“Mio nonno è un gangster”, bandito al ritorno – Libération

“Mio nonno è un gangster”, bandito al ritorno – Libération
“Mio nonno è un gangster”, bandito al ritorno – Libération
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In questo romanzo per ragazzi poco morale, Napoli-il-napoletano esce di prigione ma sembra ben lontano dalla leggenda del boss senza legge mantenuta in famiglia per tanti anni.

Il lavoro di routine è di famiglia. Toni è più interessato alle macchine (marce), ai contanti di Marco, ai gioielli e alle piccole cose alla portata di un bambino di 10 anni, mentre Gina, la loro madre, ha un tropismo da supermercato. Anche se, se necessario, non esita a estorcere uno scooter agli studenti delle scuole superiori: visti i vecchi pneumatici che Toni recupera, potrebbe rivelarsi utile. Ma il riferimento in fatto di banditismo, il crack assoluto, è il nonno: Napoli-le-Neapolitain.

Marco non è nato quando è stato mandato in galera, ma è cresciuto con la sua leggenda. Ex rapinatore, gestore di una bisca clandestina e di un albergo, è stato lui a salvare Marsiglia dalla repressione, accoltellando il prefetto Briquet prima di gettarne il corpo nel Porto Vecchio. Ha confessato, è stato condannato a vent’anni di prigione, ma la sua reputazione di capo era ormai consolidata.

In soggiorno, la sua foto è incorniciata sopra la TV, non lontano dal piccolo museo di Marco, una sorta di mausoleo dove custodisce i suoi tesori: un posacenere di Zidane, una foto dell’OM 1993 autografata da tutti i giocatori, un 45 giri di Bernard Tapie… Il ragazzino non ha mai conosciuto suo nonno, incarcerato a Tolosa, ma sembra che sia agile quanto lui quando si tratta di borseggiare.

Una birra piuttosto che una banca

Una sera, mentre cenano distrattamente davanti al telegiornale, Marco, Toni e Gina si fermano di colpo: Napoli-il-napoletano sta per essere rilasciato per buona condotta! In due giorni ! Di gran moda, dobbiamo accogliere la stella come dovrebbe essere. Toni sogna di finire nei guai con suo nonno, Marco vuole sentirla raccontare le sue storie di gangster. Ma nonno Napoli, 73 anni, risulta essere lontano dall’immagine coltivata in tutti questi anni. Si confonde, ha occhi solo per una cagnolina e preferisce bere una birra piuttosto che rapinare una banca. Ma cosa gli è successo?

Non contare Mio nonno è un gangster, il romanzo di Guillaume Guéraud, per instillare valori e morale nei bambini. Marco e la sua famiglia parlano come carrettieri, rubano, non rispettano niente e nessuno. Ciò che conta è la loro sopravvivenza, garantita dalla loro intraprendenza. È proprio questo che li rende accattivanti, loro che vivono ai margini, chiusi nel loro clan. Il ritorno del venerato nonno, evidentemente non all’altezza delle aspettative, alimenta gli interrogativi e ci spinge a divorare le pagine per vederci più chiaro.

Guillaume Gueraud, Mio nonno è un gangster, Rouergue, 128 pp., € 9,80. Dai 9 anni.

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