“Orfeo nell’inferno liberale” di Thierry Santurenne

“Orfeo nell’inferno liberale” di Thierry Santurenne
“Orfeo nell’inferno liberale” di Thierry Santurenne
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“L’arte lirica per comprendere il mondo contemporaneo”, recita il sopratitolo: l’autore mostra come l’opera del Novecento risuoni con preoccupazioni ancora attuali.

Agrégé di lettere, dottore in letteratura francese e comparata, Thierry Santurenne morì improvvisamente prima dell’uscita della sua ultima opera. La drammaticità della situazione contrasta con l’allegra consapevolezza che percorre questo libro firmato da un erudito amante delle cose liriche, già collaboratore di L’Opéra Avant-Scène a cui dobbiamo già due tentativi, L’opera dei romanzieri (2007) e Robert Carsen, l’opera carnale (2016). Il suo titolo, Orfeo negli inferni liberaliè enigmatico ma una chiave è data: in poco più di quattrocento pagine, l’autore immerge l’opera moderna nell’“inferno del postmodernismo”, questo neoliberalismo (almeno culturale) che chiaramente detesta.

“L’arte lirica per comprendere il mondo contemporaneo”, recita il sopratitolo: Thierry Santurenne mostra come l’opera lirica del Novecentoe secolo risuona di preoccupazioni ancora attuali, attraverso una cinquantina di opere raggruppate per tema. Il Cavaliere della Rosa, Morte a Venezia E Il progresso del rastrello delineare un mondo nuovo. In Wozzeck, Lady Macbeth di Mcensk O La voce umana, è l’ego che sfidiamo. L’autore parla della coppia in Pelléas e Mélisandefamiglia dentro Problemi a Tahitialimentazione inserita Il Gallo d’Orosoldi dentro Ragazza del selvaggio Westdi religione con La passione grecaecologia sulle orme di La piccola volpe astuta… Tanti i temi che l’opera affronta “lontano dai rozzi dogmi del pensiero ufficiale”, con un certo “senso delle sfumature” o addirittura una “capacità di resistenza” alle idee già pronte, ritiene Thierry Santurenne. Alcuni lettori potrebbero giudicare che quest’ultimo, così frettoloso nel citare alcuni pensatori (Cornelius Castoriadis, Chantal Delsol, Christopher Lasch, Philippe Muray, Jean-Claude Michéa… i “mecontemporaries” sono molto presenti), risponde a un’ideologia con un’altra , che ne orienta o addirittura colonizza l’analisi. Al di là di questo possibile pregiudizio, le sue osservazioni attestano una grande curiosità – chi lo sa Aniara (1959), opera spaziale dello svedese Karl-Birger Blomdahl? –, una notevole qualità di lettura (dell’argomentazione, la partitura passa sicuramente in secondo piano) e di scrittura. Ne usciamo con la convinzione rafforzata che il XXe secolo è stato un grande secolo di creazione lirica – un’arte che si è confrontata con grandi questioni di originalità che continuano ad abitarci.

Orfeo negli inferni liberali di Thierry Santurenne. Fayard, 416 pag., 30€.

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