Il primo ministro svedese Ulf Kristersson ha descritto la Svezia come in una guerra ibrida, alle prese con attacchi informatici e minacce interne. Ha inoltre sottolineato le crescenti tensioni nel Mar Baltico.
Il primo ministro svedese Ulf Kristersson ha detto domenica che la Svezia “non è in guerra” ma nemmeno in pace, citando le minacce ibride che il paese deve affrontare.
Durante l’annuale Forum Folk och Defense a Salen, ha chiarito che la vera pace “è la libertà e l’assenza di gravi conflitti tra paesi”, secondo l’AFP, cosa che attualmente non è il caso della Svezia.
Ha menzionato attacchi ibridi, effettuati non da soldati o missili, ma attraverso attacchi informatici, disinformazione e minacce di sabotaggio. Queste forme di guerra indiretta, che prendono di mira le infrastrutture critiche e destabilizzano senza un confronto militare aperto, sono difficili da rintracciare e attribuire alle autorità svedesi.
La situazione nel Mar Baltico preoccupa la Svezia
A questa situazione si aggiungono preoccupanti incidenti nel Mar Baltico, come cavi danneggiati. Sebbene la Svezia non abbia pubblicamente nominato un responsabile specifico, questi degradi vengono spesso attribuiti alla Russia dagli analisti, come parte di una guerra ibrida intrapresa contro i paesi occidentali. Queste azioni hanno portato al divieto di navigazione per alcune navi sospettate di danneggiare infrastrutture vitali.
Le tensioni nel Mar Baltico si sono intensificate dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, il che rende particolarmente attenta la Svezia, che ha recentemente aderito alla NATO. Il governo svedese prende molto sul serio la minaccia e ritiene che potrebbe far parte di una “guerra per procura” a lungo termine, che richiederebbe risposte rafforzate di difesa nazionale.
Ulf Kristersson ha parlato di attacchi interni da parte di gruppi criminali, soprattutto in relazione all’Iran. L’agenzia di intelligence svedese Säpo ha accusato Teheran di reclutare membri di bande svedesi per compiere violenze contro gli interessi israeliani in Svezia, ma l’Iran ha negato fermamente le accuse. Il governo svedese continua a monitorare da vicino questa situazione, tenendo conto delle proteste iraniane.