Preferito: il vero eroe dello sport svizzero è lui

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Louis Margot lasciò la marina di Lima il 12 novembre. Direzione Bali, via le Isole Marchesi, per una traversata in solitaria del Pacifico meridionale che prevede di completare in 250 giorni.

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Dal 12 novembre, un uomo partito da Lima rema da solo, giorno e notte, sull’Oceano Pacifico verso Bali, in Indonesia, che spera di raggiungere in otto mesi, magari prima di seguire le correnti, dopo una sosta alle Marchesi (Hiva Oa), in Polinesia. Quest’uomo è Louis Margot, un vodese di 32 anni che ha lasciato le banchine di Morges nell’autunno del 2023 per viaggiare intorno al mondo usando il potere umano e da solo.

Forse avete già sentito, visto o letto il suo nome da qualche parte, forse no… Un fatto è evidente: ciò che sta realizzando attualmente attraverso il progetto Human Impulse da lui stesso avviato è assolutamente mostruoso, al di là di ogni comprensione. Per completare il suo viaggio di 50.000 km utilizzando solo la forza delle braccia e delle gambe, l’avventuriero ha scelto di alternare il ciclismo e il canottaggio. Mentre il record registrato con il Guinness è di 5 anni e 11 giorni, i vodesi sperano di abbassarlo a meno di 3 anni.

Partenza nell’anonimato

Prima di salpare in Perù per iniziare la sua 4a tappa, di gran lunga la più lunga e pericolosa, aveva già percorso 2.300 km di asfalto fino al Portogallo prima di affrontare la traversata atlantica fino alla Martinica, seguita da quella del Mar dei Caraibi. Erano quindi quasi 4000 km sulle ripide strade di Colombia, Ecuador e Perù.

Partito il giorno dopo la partenza della Vendée Globe, Louis Margot non aveva diritto alle centinaia di migliaia di persone che venivano ad ammirare i marinai a Les Sables-d’Olonne. A parte la presenza amichevole di alcuni amici intimi, si è allontanato dal pontile nell’anonimato, solo davanti a se stesso. Solo di fronte alla paura di una sfida che va oltre le sue possibilità. Allontanarsi dal nostro mondo, così brutto e così incerto, per entrare nel suo, lontano dal frastuono umano e dalla follia omicida dei suoi abitanti.

Rima, rima, rima… Nella canzone di Souchon, devi essere un po’ pazzo per fare tutto questo? Nessun dubbio sufficiente per salire a bordo… Badadia, il nome della sua barca registrato VD 32466.

Se l’ex campione del mondo di canottaggio junior lo ha certamente voluto (nessuno lo ha costretto a farlo), ciò mette comunque in discussione la portata dell’impresa fenomenale che sta realizzando attualmente? Dal giorno in cui lo abbiamo incontrato nel salotto dei genitori, lo abbiamo elevato quasi istantaneamente al rango di eroe nazionale, ma può diventare anche il tuo.

In un momento in cui tanti atleti si lamentano, si arrabbiano per tutto, cosa fanno veramente, sì, cosa ottengono quotidianamente, tutti questi professionisti, rispetto alla grandezza di una simile sfida? A parte curare il loro ego, è una miseria in confronto.

Sognare indirettamente

Sì, il galeotto quale è (noi) ci fa sognare per procura. Grazie a lui lasciamo la nostra vita ordinaria, ordinata perché priva di follie, evadiamo al punto da cominciare a remare al suo fianco. Secondo gli ultimi calcoli, aveva percorso 664 km in 13 giorni, l’equivalente del 3,6% della sua traversata del Pacifico; gli restavano quindi 18.336 km da percorrere. Prima di affrontare la tappa finale: 16.000 km in bicicletta che lo riporteranno sulle rive del Lago di Ginevra.

Quindi ci inchiniamo quanto vogliamo, un po’, molto, con passione, ecc. Perché cosparge le nostre esistenze mondane di piccole e semplici gioie che cambiano loro – e noi.

Quest’uomo estremo merita rispetto senza confini né limiti.

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