L’Ucraina avvia ufficialmente i negoziati di adesione all’Unione Europea

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Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj al Parlamento europeo a Bruxelles il 9 febbraio 2023. OLIVIER MATTHYS / AP

Undici anni dopo le manifestazioni filo-europee di piazza Maidan, nel cuore di Kiev, che portarono all’esilio all’inizio del 2014 il presidente filo-russo Viktor Yanukovich, l’Ucraina, in guerra, è ormai saldamente sulla via dell’Europa. Martedì 25 giugno il Paese ha ufficialmente aperto i negoziati per l’adesione all’Unione Europea (UE) durante un incontro a Lussemburgo. Poche ore dopo, anche la Moldavia ha aperto i propri negoziati di adesione.

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“È una giornata storica” UN ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj sulla rete X. L’Ucraina ha presentato la sua domanda di adesione il 28 febbraio 2022, pochi giorni dopo l’inizio dell’invasione russa. ” Fino ad oggiha aggiunto sul sito della presidenza ucraina, eravamo un Paese che aveva ottenuto lo status di candidato all’adesione, ma non c’era ancora la completa certezza (…). Oggi siamo pienamente fiduciosi: l’Ucraina diventerà sicuramente membro a pieno titolo dell’Unione Europea. »

“Questa è un’ottima notizia per il popolo dell’Ucraina, della Moldavia e dell’intera Unione Europea, ha commentato Ursula von der Leyen, presidente della Commissione. La strada da percorrere sarà disseminata di insidie ​​ma piena di opportunità. Vi auguriamo un buon inizio delle trattative! »

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Mentre l’Ucraina subisce quotidianamente i bombardamenti russi, in particolare sulle sue infrastrutture energetiche, Volodymyr Zelenskyj, atteso giovedì 27 giugno a Bruxelles per partecipare al vertice dei capi di Stato e di governo dell’Unione Europea, ha appena vissuto una sequenza incoraggiante alla diplomazia. Oltre all’apertura ufficiale dei negoziati di adesione, un passo simbolico molto forte, i ministri degli Esteri dell’UE hanno finito per sbloccare diverse questioni rimaste impantanate per molto tempo.

“Un messaggio chiaro alla Russia”

Lunedì hanno prima convalidato il quattordicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, che prende di mira in particolare gli investimenti nel settore del gas russo, ma anche tutti gli attori finanziari, logistici e industriali che facilitano l’evasione delle sanzioni occidentali contro l’aggressore dell’Ucraina.

Successivamente i ministri hanno concordato il trasferimento di 1,4 miliardi di euro dalle entrate russe immobilizzate in Europa al Fondo europeo per la pace, al fine di avviare l’acquisto di munizioni e sistemi d’arma per l’esercito ucraino. Inoltre, sulla scia del G7, si discute se utilizzare questi profitti indebiti a partire dal 2025 per coprire gli interessi su un nuovo prestito di 50 miliardi di dollari (46,7 miliardi di euro) destinato all’acquisto di altri equipaggiamenti per la difesa.

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