(Lima) La Cina rafforza la sua presenza in Sud America con l’inaugurazione di un megaporto in Perù, un’infrastruttura strategica che rientra nel suo ambizioso programma “Nuove Vie della Seta”.
Pubblicato ieri alle 22:13
Sandra FERRER
Agenzia France-Presse
Il terminal di Chancay, situato a circa 80 km a nord di Lima, consentirà il transito durante il suo primo anno di attività di un milione di container. È stato costruito da Cosco Shipping Ports, proprietario del 60% del porto e filiale del colosso cinese delle spedizioni Cosco Shipping.
È stata creata nell’ambito del programma cinese lanciato nel 2013, il cui nome ufficiale è “Belt and Road”, che mira a costruire infrastrutture e sviluppare collegamenti marittimi, stradali e ferroviari tra i continenti, in particolare nei paesi in via di sviluppo.
Diversi paesi sudamericani (Perù, ma anche Argentina, Cile, Bolivia, Ecuador e Venezuela) hanno già aderito a questa iniziativa, che costituisce un asse centrale della strategia della Cina per aumentare la propria influenza all’estero.
“Da Chancay a Shanghai, ciò a cui stiamo assistendo non è solo il radicamento e il fiorire dell’iniziativa Belt and Road in Perù, ma anche la nascita di un nuovo corridoio terra-mare tra “Asia e America Latina”, ha accolto giovedì Xi Jinping, inaugurando il porto da Lima.
Il leader cinese era arrivato poche ore prima nella capitale peruviana, dove fino a sabato si terrà il vertice della Cooperazione economica Asia-Pacifico (APEC), che riunisce 21 paesi che rappresentano il 60% del Pil mondiale.
“Dobbiamo lavorare insieme per costruire, gestire e far funzionare il porto di Chancay”, ha osservato Xi Jinping durante una cerimonia al palazzo presidenziale, aggiungendo di voler “promuovere la connettività tra il Sud America e la Cina”.
“Sentieri Inca”
“Siamo un partner affidabile e oggi, con l’inaugurazione del megaporto di Chancay, lo confermiamo”, ha assicurato la presidente peruviana Dina Boluarte.
Cosco Shipping Ports ha una concessione trentennale per la gestione dell’infrastruttura attualmente in fase di sviluppo e che avrà una superficie finale di 141 ettari.
La Cina sta cercando di assicurarsi l’approvvigionamento di materie prime strategiche come rame, soia e litio, considerate cruciali nel contesto della transizione ecologica.
Il colosso asiatico intende inoltre rafforzare le proprie esportazioni verso il Sud America, regione dove la sua influenza continua a crescere a scapito degli Stati Uniti, un tempo predominanti.
Il porto avrà inizialmente quattro banchine ed eventualmente 15, per un investimento complessivo di 3,5 miliardi di dollari.
Il terminal in acque profonde (quasi 18 metri), la cui costruzione è iniziata nel 2021, sarà in grado di ospitare le navi portacontainer più grandi del mondo, colossi capaci di trasportare fino a 24.000 container.
L’infrastruttura ridurrà di circa dieci giorni i viaggi marittimi tra Cina e Perù, riducendo così i costi di trasporto.
L’installazione “permetterà alla Cina di posizionarsi in questa regione del mondo”, assicura Oscar Vidarte, professore di relazioni internazionali all’Università Cattolica del Perù.
Il Perù, ma anche il Cile, la Colombia, l’Ecuador e perfino il Brasile dovrebbero beneficiare dell’installazione che permetterà loro di non far più transitare le loro merci verso l’Asia attraverso i porti del Messico e degli Stati Uniti.
Una volta completato, il porto “porterà enormi benefici al Perù e creerà un gran numero di posti di lavoro”, ha affermato Xi Jinping.
Tracciando parallelismi tra l’Asia e l’America Latina, ha citato i navigatori dell’antica Cina, ma anche gli Inca che, “sfidando le prove”, costruirono una rete di percorsi pedonali sulle Ande, conosciuti come “Sentieri Inca”.
“Oggi, il porto di Chancay diventa un nuovo punto di partenza per i Cammini Inca della nuova era”, ha osservato.