Campo di solidarietà a Gaza istituito di fronte alla Casa Bianca

Campo di solidarietà a Gaza istituito di fronte alla Casa Bianca
Campo di solidarietà a Gaza istituito di fronte alla Casa Bianca
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AA/Washington/Diyar Guldogan

Sabato sera i manifestanti filo-palestinesi hanno organizzato un campo di solidarietà a Gaza davanti alla Casa Bianca.

L’accampamento Ellipse, il parco di 52 acri direttamente a sud della Casa Bianca, è stato creato dopo che migliaia di manifestanti si sono riuniti sabato per protestare contro le politiche del presidente americano Joe Biden riguardo all’attacco israeliano nella Striscia di Gaza, inclusa l’invasione di Rafah.

Vestiti di rosso, i manifestanti hanno circondato l’edificio con uno striscione rosso lungo tre chilometri per simboleggiare la “linea rossa” di Biden riguardo all’invasione israeliana di Rafah.

Biden in precedenza aveva affermato che un’invasione di Rafah avrebbe oltrepassato una “linea rossa”, ma gli alti funzionari statunitensi si sono affrettati a respingere tali osservazioni, affermando che il presidente non aveva fissato alcuna “linea rossa” per Israele nel quadro della sua offensiva.

La polizia ha aumentato la sicurezza e implementato ulteriori misure di sicurezza vicino al complesso della Casa Bianca.

“Biden, noi siamo la tua linea rossa”, hanno detto i manifestanti, esortando il presidente a porre fine al “genocidio” nell’enclave assediata. Hanno anche chiesto la sospensione delle consegne di armi a Israele.

Su alcuni striscioni si leggeva: “Il genocidio è la nostra linea rossa”, “La linea rossa di Biden era una bugia”, “Giù le mani da Rafah!” Fermare il genocidio”, “Fine di tutti gli aiuti statunitensi a Israele”, “Smettere di armare Israele”, “Revocare l’assedio di Gaza adesso” e “Embargo sulle armi a Israele”.

Sventolando bandiere palestinesi, i manifestanti hanno anche scandito slogan contro il presidente: “Biden, non puoi nasconderti, ti accusiamo di genocidio!”

Attualmente in visita di Stato in Francia, Biden sta affrontando un’ondata di proteste a livello nazionale per la sua gestione del conflitto a Gaza.

Israele ha continuato la sua brutale offensiva su Gaza dal 7 ottobre, nonostante una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite chiedesse un cessate il fuoco immediato.

Da allora, secondo le autorità locali, più di 36.800 palestinesi sono stati uccisi a Gaza, la maggior parte dei quali donne e bambini, e più di 83.600 altri sono rimasti feriti.

Otto mesi dopo l’inizio della guerra israeliana, vaste aree di Gaza giacciono in rovina nel mezzo di un blocco paralizzante di cibo, acqua pulita e medicine.

Israele è accusato di genocidio dalla Corte internazionale di giustizia, la cui ultima sentenza ha ordinato a Tel Aviv di sospendere immediatamente le sue operazioni nella città meridionale di Rafah, dove più di un milione di palestinesi avevano cercato rifugio in fuga dalla guerra prima dell’invasione del 6 maggio.

*Tradotto dall’inglese da Malèk Jomni

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