“La famiglia”: Con la sua penna caustica, Sara Mesa analizza gli impatti di un’educazione repressiva

“La famiglia”: Con la sua penna caustica, Sara Mesa analizza gli impatti di un’educazione repressiva
“La famiglia”: Con la sua penna caustica, Sara Mesa analizza gli impatti di un’educazione repressiva
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L’atmosfera è soffocante nella famiglia immaginata da Sara Mesa (Madrid, 1975). Se i genitori hanno dei nomi, vengono prima chiamati Padre e Madre, il che dice tutto. Hanno quattro figli. Damián, Rosa, Aquilino così come Martina, adottati in seguito alla morte della madre (sorella della madre).

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Sono educati secondo rigorosi precetti da un Padre che governa il suo piccolo mondo. La Madre non è esclusa, anche se ci rendiamo presto conto che si tratta di sottomissione. Nel capitolo “Resistenza”, Sara Mesa ripercorre gli esordi della coppia, unico tentativo di ribellione di Laura (nome della madre) che non avrebbe voluto che la sua prima figlia, se fosse stata femmina, portasse il suo nome, la differenza con Damián che gli darà il suo. D’altronde, per non “umiliare” il marito, che è più basso di lei, abbandona l’idea di indossare i tacchi…

Sara Mesa “Un amore”

Reazioni diverse

Sotto la penna caustica di Sara Mesa, di cui Famiglia è il quarto lavoro dopo Quattro per quattro (Riva, 2015), Cicatrice (Rivages, 2017) e Un amore (Grasset, 2022), vengono analizzati gli impatti di un’educazione repressiva quando si diventa adulti. Possiamo sopravvivere oppure no? Se sì, a quale prezzo? Ogni membro della prole sarà influenzato allo stesso modo?

Geniale la costruzione della scrittrice, che si muove avanti e indietro nel tempo dove seguiamo, ad esempio, Rosa che, da adolescente, esce la notte, all’insaputa dei suoi genitori, con la complicità di Martina. Più tardi divenne insegnante, ma fu anche cleptomane e madre di un bambino a cui le fu tolta la custodia. Ovviamente ognuno reagisce in modo diverso. Le bambine si burlano volentieri del tono solenne e ossequioso del Padre, soprattutto quando è voltato le spalle. Damián avrà cercato di obbedire ma a sue spese. Aquilino deciderà da solo la rotta da seguire “secondo il proprio intuito e la propria buona volontà, senza attendere istruzioni, consigli o ordini”.

Denis Dercourt “Evreux”

Bolla fragile

Non appena l’aria corroborante entra in questa bolla, sta per scoppiare. Come lo zio Oscar che viene a scuotere le fondamenta, con bignè alla crema e regali per i bambini, quando, secondo i precetti del Padre, bisogna vivere nella più stretta sobrietà. Sconcertato da ciò che vede, scoprirà parte del segreto di quest’ultimo osando frugare nel suo ufficio…

Un’altra voce ribelle è quella di Paqui, di cui “l’apparente assenza di responsabilità, il caos come allettante nei confronti della propria famiglia” impressionare la giovane adolescente che è Rosa.

Le pagine finali di Famiglia sono tanto abbaglianti quanto destabilizzanti – Sara Mesa invita il lettore a mettere in discussione i ricordi. Ciò che ogni persona crede di aver vissuto e ciò che ha realmente vissuto.

Famiglia | Romanzo | Sara Mesa, tradotta dallo spagnolo da Delphine Valenti | Grasset, 272 pp., €22, digitale €16

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ESTRATTO

“Non è stato per il cambio di menù, chissà quale fu la causa, o meglio nessuno poteva saperlo. Fatto sta che, per la prima e ultima volta, la mamma preparò il pollo con l’ananas e il papà si rifiutò di mangiare un piatto , Egli ha detto pretenzioso. Alle sue parole, l’espressione della mamma cambiò più volte nel giro di pochi secondi: prima un tic nervoso, poi la sorpresa, e da lì la preoccupazione di non sapere come si comporterà la servitù e la rabbia.”

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