In movimento con Bruno Retailleau, Michel Barnier avanza le sue pedine sull’immigrazione

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Dopo una breve ma essenziale visita organizzata all’inizio al Centro Operativo di Gestione delle Crisi Interministeriali, per sottolineare la loro “solidarietà” alle vittime del maltempo, Michel Barnier e Bruno Retailleau hanno attraversato a piedi la frontiera franco-italiana, questo venerdì 18 ottobre. A pochi metri su una strada tra mare e montagna, dal Centro di cooperazione di polizia e dogana di Ponte San Ludovico, situato a Ventimiglia (Italia), emblematico luogo di passaggio per i migranti. Un luogo comune, che trasmette un messaggio sulla questione dell’immigrazione: “Dobbiamo andare oltre a livello europeo e attraverso misure nazionali”, dice il primo ministro.

Un viaggio mantenuto nonostante la tragedia delle alluvioni, quindi. E politicamente carico di significato, mentre il ministro dell’Interno di destra spinge al massimo gli incendi, anche a costo di far arrabbiare alcuni suoi colleghi di governo e la maggioranza. Tanto più che a Mentone (Alpi Marittime), gli inquilini di Beauvau e Matignon hanno trovato Antonio Tajani (Affari Esteri) e Matteo Piantedosi (Interni), due ministri del governo italiano che associano la destra e l’estrema destra, a forza di calorosi abbracci e dichiarazioni volte a evidenziare convergenze di vedute.


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