un diritto a non rispettare il diritto internazionale? ” Evidenziatori

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Il Parlamento britannico ha approvato una legge che consente il rimpatrio in Ruanda delle persone entrate illegalmente nel Regno . In discussione dal mandato di Boris Johnson nel 2019, passato a Liz Truss, il disegno di legge è poi caduto nelle mani di Rishi Sunak, attuale primo ministro britannico, che intende, secondo la sua tesi, porre fine alle pericolose traversate attraversamento della Manica da parte di migliaia di persone. Resta il fatto che questo testo è in contraddizione con alcune norme previste dal diritto internazionale e dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU).

Un testo già sancito dal giudice

Nel novembre 2023, la Corte Suprema britannica ha dichiarato il disegno di legge contrario alle convenzioni internazionali, in quanto minerebbe il principio di non respingimento dei richiedenti asilo, stabilito dall’articolo 33 della Convenzione sullo status dei rifugiati del 1951. Secondo i giudici, esisteva il rischio che le persone rimpatriate in Ruanda venissero rimandate in un Paese dove la loro vita e la loro libertà sarebbero state minacciate.

La stessa Corte EDU aveva sospeso nel giugno 2022 il trasferimento di un iracheno in Ruanda, previsto nell’ambito dell’accordo tra il Regno Unito e il Paese dell’Africa orientale. La Corte si aspettava garanzie riguardo all’equo accesso alla giustizia in Ruanda e richiedeva anche che questo paese fosse considerato sicuro, condizione necessaria per l’espulsione di una persona, sempre secondo l’articolo 33 della Convenzione del 1951 che precisa che ogni Stato redige la propria lista di paesi d’origine sicuri in cui poter rimpatriare le persone. Va notato, tuttavia, che non esiste una “lista globale” di paesi sicuri. In Francia, è l’Ufficio francese per la protezione dei rifugiati e degli apolidi (Ofpra), una giurisdizione che tratta le richieste di asilo, a stilare questo elenco, secondo l’articolo L121-13 del Codice di ingresso e soggiorno e del diritto all’asilo.

La scelta di aggirare il diritto internazionale

Il governo britannico ha già chiarito che ignorerà le decisioni dei tribunali, siano essi nazionali o europei. Con questa legge appena adottata, che ratifica l’accordo di trasferimento con il Ruanda, il Regno Unito considera unilateralmente questo paese sicuro. In tal modo il legislatore britannico fornisce una soluzione al principale punto critico della Corte Suprema britannica.

Detto questo, la formulazione dell’articolo 33 della Convenzione del 1951 che vieta di mandare una persona in un paese in cui si teme per la propria incolumità lascia un certo margine di discrezionalità ai giudici e ai legislatori britannici. A differenza della Francia, il Regno Unito non è soggetto all’armonizzazione da parte della Corte di Giustizia dell’Unione Europea in materia di asilo.

Il giudice nazionale britannico non potrà quindi opporsi all’applicazione di questa legge ritenendo che il Ruanda non sia un Paese sicuro. Ma la Corte EDU potrà condannare il Regno Unito, ancora parte della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, se verrà dimostrato davanti ad essa che il Ruanda non è un Paese sicuro e che nonostante ciò il Regno Unito continua i suoi trasferimenti. Molti appelli in prospettiva.

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