L’Ecuador ha continuato a razionare l’elettricità giovedì con interruzioni di corrente fino a tredici ore, mentre il paese è immerso in una grave crisi energetica a causa della siccità.
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Le interruzioni di corrente sono iniziate domenica, senza preavviso, e da allora si sono intensificate.
Giovedì e venerdì sono stati dichiarati giorni non lavorativi dalle autorità per consentire in particolare la manutenzione degli impianti elettrici, ma l’attività nella capitale Quito giovedì è stata quasi normale, ad eccezione dei semafori spenti in diversi incroci.
Pochi residenti hanno rispettato le indicazioni, utilizzando normalmente i mezzi pubblici.
L’elettricità è stata sospesa in diversi quartieri dalle 7:00 ora locale (12:00 GMT), con interruzioni che a volte dovrebbero durare fino alle 13:00, secondo la società nazionale responsabile del settore.
“Ieri mi hanno sospeso dalle 8 alle 11 (…). Oggi, con otto ore (di sospensione), sarà peggio, ci colpisce molto”, ha detto all’AFP Segundo Guacho, residente.
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“Nei prossimi giorni verranno effettuati lavori di manutenzione nelle centrali elettriche, che comporteranno restrizioni energetiche in orari specifici e non modificabili”, ha avvertito mercoledì il governo.
Questa crisi è il risultato di diversi fattori, secondo il Ministero dell’Energia e delle Miniere: “climatici” (le riserve idriche sono a un livello storicamente basso a causa della siccità amplificata dal fenomeno El Niño), “pianificativi, amministrativi”, ma anche “ corruzione storica” e a causa del “sabotaggio” da parte di alti funzionari.
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Tutto ciò avviene tre giorni prima della consultazione popolare e del referendum indetti dal presidente Daniel Noboa per cercare di arginare la crescente violenza nel Paese legata al traffico di droga.
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Il governo ha tuttavia assicurato che non ci saranno interruzioni di corrente il giorno del voto. Domenica 13,6 milioni di ecuadoriani saranno chiamati alle urne per votare, tra l’altro, sull’estradizione degli ecuadoriani legati alla criminalità organizzata.
“Molto del sacrificio che facciamo oggi, noi ecuadoriani, e domani (venerdì) e sabato, è quello di (…) garantire che le elezioni si svolgano, perché la posta in gioco nel referendum è la sicurezza nazionale, Lo ha detto in televisione il segretario alla Comunicazione Roberto Izurieta.
