Libertà di espressione: diffidiamo di chi vuole tutelarci

Libertà di espressione: diffidiamo di chi vuole tutelarci
Descriptive text here
-

Ciò che accade altrove spesso annuncia ciò che probabilmente accadrà a noi.

Dal 1ehm Ad aprile, in Scozia è entrata in vigore una nuova legge che amplia notevolmente la nozione di “crimine d’odio”.

Potrebbero essere presi di mira non solo i commenti rivolti a un gruppo etnico o religioso, ma anche quelli rivolti alle persone transgender, ai disabili e agli anziani.

Rowling

Come sempre, la legge si nasconde dietro una buona intenzione: la protezione delle persone vulnerabili.

Molti però temono una notevole riduzione della libertà di espressione.

La polizia afferma che sarà sopraffatta dalle denunce poiché la legge è così ampia e offre sostegno agli attivisti arrabbiati che vogliono mettere a tacere i critici.

Come previsto, nella prima settimana sono state presentate 8.000 denunce di incitamento all’odio. Di questo passo, queste denunce sarebbero, nell’arco di dodici mesi, più numerose del numero totale delle denunce per tutti gli altri reati messi insieme.

È qui che entra in scena JK Rowling, residente a Edimburgo, la famosa autrice della serie. Harry Potter.

MMe La Rowling, che ha i mezzi per essere sincera, dice le cose come le vede.

  • Ascolta la rubrica di Joseph Facal tramite QUB :

Per lei, una donna trans rimane un uomo biologico e non dovrebbe affrontare donne biologiche in una competizione sportiva o poter essere trasferita in un carcere femminile.

Non prova altro che disprezzo per i cavilli attorno ai pronomi “he”, “she” e “iel” (nella versione inglese ovviamente).

Quando è stato chiesto al ministro responsabile se MMe La Rowling potrebbe essere perseguita per aver utilizzato un pronome che non è quello desiderato dall’interessato, ha risposto: spetterà alla polizia decidere. Ehm…

MMe La Rowling, che non è timida, non chiede niente di meglio che essere presa di mira per esporre in pieno giorno questa nuova delusione.

Come ha detto Dirty Harry, “rendimi la giornata”.

Perché ti sto parlando di questo? Perché anche i quebecchesi e i canadesi sono preoccupati.

Il governo Trudeau ha appena presentato il disegno di legge C-63 per affrontare ciò che definisce danno online.

I social network, siamo d’accordo, sono fogne a cielo aperto: di tanto in tanto, un magnifico gioiello galleggia in un flusso di materia puzzolente in decomposizione.

Conosciamo le cause del problema: l’anonimato, la forza di penetrazione e la virtuale assenza di regole.

Conosciamo gli effetti perversi: isterizzazione del dibattito, diffamazione, cyberdipendenza, diffusione di falsità, cospirazione, attività criminali, ecc.

Obbligato?

Ma la legge è ampia, molto ampia e rende punibili i commenti fatti in passato e tuttora presenti su internet. Ci tornerò.

Le nostre libertà sono infinitamente più fragili di quanto crediamo e i censori invocano sempre nobili motivazioni quando vogliono limitarle.

In questo bailamme si perde di vista una verità enorme: se non ti piace quello che circola sui social network, chi ti obbliga a frequentarli?

-

PREV Bielorussia | Verifica dei lanciatori tattici di armi nucleari
NEXT Nel nord della Striscia di Gaza “la vita è quasi scomparsa”