Un’organizzazione giapponese impegnata nella lotta alle armi atomiche ha appena ricevuto questo venerdì il Premio Nobel per la pace. L’organizzazione Nihon Hidankyo riunisce i sopravvissuti ai bombardamenti nucleari di Hiroshima e Nagasaki nel 1945. Un funzionario della confederazione ha spiegato di “non aver mai sognato di vincere” il premio. Un premio che è l’unico Nobel assegnato a Oslo, dopo quelli delle altre discipline assegnati a Stoccolma.
Questa confederazione, fondata nel 1956, aveva inizialmente la missione di spingere il governo giapponese ad attribuire i diritti sugli hibakusha, nome dato alle vittime dei bombardamenti su Hiroshima e Nagasaki. La sua missione è anche quella di attuare azioni volte a denunciare l’uso delle armi nucleari, siano esse bombe, test o il loro finanziamento.
Premiata per la sua lunga battaglia
Nihon Hidankyo ha ricevuto questo premio “per i suoi sforzi verso un mondo senza armi nucleari e per aver dimostrato, attraverso testimonianze, che le armi nucleari non dovrebbero mai più essere utilizzate”, ha dichiarato il presidente del comitato norvegese per il Nobel, Jørgen Watne Frydnes.
Una confederazione spesso premiata
Se il presidente della Nihon Hidankyo, presente al municipio di Hiroshima per l’annuncio, si è rallegrato della buona notizia e si è lasciato scappare qualche lacrima, la confederazione è tutt’altro che sconosciuta. La confederazione ha infatti già ricevuto il Premio Social Activism nel 2010 (World Summit of Nobel Peace Prize Laureates) ed è stata nominata più volte (1985, 1994, 2015) per il Premio Nobel per la pace dal Bureau international peace.
Azioni per denunciare l’uso nucleare
Il presidente del comitato Nobel Jørgen Watne Frydnes ha detto venerdì che è “allarmante” che il “tabù sull’uso delle armi nucleari” sia stato “messo sotto pressione”. “Nessuna arma nucleare è stata usata in guerra per quasi 80 anni”, ha osservato. “È quindi allarmante constatare che oggi questo tabù contro l’uso delle armi nucleari è soggetto a pressioni”, ha aggiunto in un momento in cui le armi nucleari vengono menzionate nei discorsi sulla guerra in Ucraina.
