Filmato della settimana: La stanza accanto

Filmato della settimana: La stanza accanto
Filmato della settimana: La stanza accanto
-

Martha (Moore) e Ingrid (Swinton) sono amiche intime che hanno perso i contatti dopo aver lavorato insieme in una rivista. Da allora, il primo ha condotto una florida carriera come autore mentre il secondo è diventato corrispondente di guerra.

Il cancro terminale di Ingrid li avvicinerà e riconsoliderà i loro legami. Scavando nei loro ricordi, le due donne parleranno del passare del tempo, del rimorso, dell’amicizia, dell’amore…

Utilizzando giudiziosi flashback e salti in avanti, Almodóvar conduce dolcemente la sua coppia complice in una casa isolata vicino a Woodstock, New York, dove Ingrid desidera morire.

Versare La stanza accanto, Almodóvar si è ispirato al romanzo Allora qual è il tuo tormento? di Sigrid Nunez, ma lo spettatore potrebbe facilmente credere che si tratti più di un adattamento di un’opera teatrale.

In un evidente desiderio di sobrietà, in accordo con la serietà del soggetto, la sua produzione si concentra sulla purezza piuttosto che sui soliti effetti fantasiosi. La maggior parte della storia si svolge a porte chiuse tra le due donne.

Tragedie di questo calibro possono fare miracoli, semplicemente usando i muscoli del viso (anche se Swinton sfoggia una figura scarna e le labbra screpolate di una donna morente). Moore si avvicina alla sua Marthe con un registro più emotivo (senza insistere troppo) mentre Swinton interpreta un’Ingrid più distante e razionale di fronte al suo destino.

Almodóvar utilizza i colori vivaci della sua ambientazione, ma senza la consueta esuberanza. (Distribuzione Métropole Films)

Lo spagnolo utilizza i colori vivaci del suo arredamento, ma senza la consueta esuberanza. La sua proposta si rivela sorprendentemente meno melodrammatica del solito, ma non ha resistito alla tentazione di aggiungerne uno strato con una colonna sonora con archi troppo forti. È francamente fastidioso.

Ovviamente qui la forza del lungometraggio diminuisce un po’, dato che abbiamo l’assistenza medica per morire. Nel film, il fatto che Martha voglia uccidersi prima di morire terrorizza Ingrid, anche se deve trovarsi solo nella “stanza accanto”. Viceversa, il gesto la costringe a temere la morte, che la spaventa.

Inoltre, se il titolo non fosse già stato utilizzato, il lungometraggio avrebbe potuto benissimo avere un titolo Cronaca di una morte annunciata. Almodóvar, però, cita significativamente Gente di Dublino (I morti1987), testamento cinematografico di John Huston e adattamento dell’omonimo racconto di James Joyce.

Anche se La stanza accanto non risulta essere così “personale” (leggi autobiografico) come Dolore e gloria (2019), i paralleli sono evidenti, in particolare la morte in agguato. Stessa cosa con Madri parallele (2021), che tratta anche di filiazione e amicizia femminile. Per quanto riguarda la figura materna, sempre onnipresente nel suo corpus, pensiamo a lui Tutto su mia madre (1999), ma quanti altri!

Con un grande del suo calibro, nel gioco dei confronti, possiamo rischiare di perdere di vista che si tratta, ancora una volta, di un’opera forte, di un magnifico inno all’amicizia. Ancora di più, un omaggio al sostegno reale di una badante.

E questo è molto bello.

La stanza accanto viene presentato al cinema.

“La stanza accanto”, trailer (Métropole Films)

Nei titoli di coda

  • Costo: 7,5/10
  • Titolo: La stanza accanto
  • Genere: Drammatico
  • Regia: Pedro Almodovar
  • Distribuzione: Tilda Swinton, Julianne Moore
  • Durata: 1 ora e 48 minuti

-

PREV L’Unione europea ha invitato la Svizzera a partecipare al suo progetto di mobilità militare
NEXT L’Unione europea ha invitato la Svizzera a partecipare al suo progetto di mobilità militare