Il miglior Deadpool con Ryan Reynolds non è un film di supereroi, è The Voices

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Nel 2014. Le Voci ha offerto a Ryan Reynolds uno dei suoi ruoli migliori e ne ha rivelato il potenziale Piscina morta che avremmo voluto avere.

Dopo la sua apparizione in Le origini di X-Men: Wolverine Nel 2009, Ryan Reynolds ha lottato duramente per interpretare quello che sentiva fosse il ruolo della sua vita. Il ruolo in questione è quello di un certo Wade Wilson, antieroe Marvel che tende spesso a rompere la quarta parete. Dopo una tumultuosa battaglia durata sette anni (durante i quali la carriera dell’attore ha vissuto più alti che bassi), Ryan Reynolds vincerà finalmente la sua battaglia all’uscita del film Piscina morta di Tim Miller, nel 2016.

Anche se è stato questo film a dare impulso alla sua carriera da star, qualche anno prima si trattava di un altro film che aveva dimostrato il suo talento come attore. Lo è ovviamente Le voci (2014), A sovversione del lavoro inclassificabile il mito del killer schizofrenico nel cinema, firmato Marjane Satrapi (Persepoli). Un film che ha regalato a Ryan Reynolds uno dei suoi ruoli migliori prima che il successo gli esplodesse in faccia e che, per ironia della sorte, suggeriva che un giorno avrebbe realizzato un ottimo Deadpool.

Ryan Reynolds dopo Lanterna Verde, RIPD, X-Men: Origins,…

un progetto pazzesco

Le voci è un film la cui scelta del soggetto e del tono utilizzati per trattarlo avrebbe avuto avrebbe potuto causare un disastro. Fortunatamente, il lungometraggio è finito in mani molto capaci. La sua sceneggiatura (scritta da Michael R. Perry) è da tempo presente nel film la famosa lista nera di Hollywood, un elenco di manoscritti non ancora prodotti, ma particolarmente apprezzati per la loro qualità. Nel 2010, il film è stato diretto da Mark Romanek con Ben Stiller nel ruolo principale, prima di trovarsi in un vicolo cieco con il budget.

Due anni dopo, è stata finalmente Marjane Satrapi a intraprendere il progetto… e non era insignificante. La regista franco-iraniana aveva fino ad allora rifiutato tutte le produzioni americane che le erano state offerte, non ritrovandosi in esse. Le voci, al contrario, lo interessa per la sfida che rappresenta. E possiamo capire perché. Il film diventa così il suo primo progetto americano, ma anche il suo primo thriller. Con questo film il regista si lancia davvero verso l’ignoto. Ed è con audacia che affronta la messa in scena di a opera cruenta, grottesca e tragicomicalontano dai suoi mondi abituali, anche se questo è solo il secondo film che realizza da sola.

Le Voci: fotoSerial killer suo malgrado

Tuttavia, Marjane Satrapi si rivela (ancora una volta) come un artista dotato e padroneggia la sua materia e le sue difficoltà per la prima volta. Le vociquindi, racconta la storia di Jerry, simpatico, ma profondamente disturbato a causa della sua schizofrenia. Vive in compagnia del suo gatto e del suo cane… che a volte gli parlano (e interpretano il ruolo del diavolo e dell’angelo sulle sue spalle). Ma per fortuna è in terapia. La vita è bella e Jerry ha persino una cotta per una sua collega (interpretata da Gemma Arterton); spera di poterle chiedere di uscire una sera.

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