una lezione poetica nel paesaggio della Normandia

una lezione poetica nel paesaggio della Normandia
una lezione poetica nel paesaggio della Normandia
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Se conosciamo il cinema di Pierre Creton, un giardiniere-cineasta con sede in Normandia nel Pays de Caux che coltiva la sua terra in senso letterale e figurato, possiamo considerare questo documentario co-diretto con il collega Vincent Barré come una tappa secondaria in questa saga amichevole , sentimentale ed estetico.

Qui niente immigrati, niente famiglie, niente intrighi romantici, ma esclusivamente una lezione pratica, in senso botanico, impartita da Mark Brown, un famoso paesaggista britannico che ha creato nella regione, a Sainte-Marguerite-sur-Mer, uno stupefacente giardino primitivo . Sette passeggiate con Mark Brown è a priori uno spin-off del film precedente di Creton, Un principecon molti degli stessi protagonisti, giardinieri professionisti o dilettanti.

Un mondo sconosciuto e meraviglioso che giace ai nostri piedi

Senza tornare a Jean-Jacques Rousseau, grande pensatore erborista, questa esplorazione dell’entroterra di Cauchois lo ricorda incitando ad una rivoluzione di prospettive e di abitudini. Lungi dal cogliere bei fiori o dallo svenire nel pittoresco entroterra, Mark Brown – accompagnato da Vincent Barré e da una troupe di microfilm che filma in parallelo primi piani di piante con una cinepresa 16 mm, durante i quali Creton registra l’epopea in digitale – sottolinea il singolarità di piante selvatiche di cui i comuni mortali non hanno la minima idea.

Vediamo solo erbacce selvatiche, buone o cattive, perché in generale prendiamo in considerazione solo le piante curate e domestiche come le rose o le ortensie. Mark Brown apre un mondo sconosciuto e meraviglioso che giace ai nostri piedi.

Questo però non è un corso. Il botanico si muove spesso in lontananza, mentre la sua voce sembra vicina, come quella degli altri partecipanti a questa esplorazione, perché captata da un microfono HF. Si tratta essenzialmente di un’analisi del paesaggio normanno e di alcune sue insospettabili componenti il ​​cui fascino è inscindibile dalla poesia delle parole e dei nomi. “Sei una montagna di cipressi marroni?” » Brown chiede scherzosamente di una pianta palustre. Oppure esclama: “Un protallo non clorofilliano è inaudito! » che suona come un linguaggio in codice per vulgum pecus. Al di là dell’esotismo del gergo latino, si intravedono infinite prospettive.

Si veda l’esempio dell’ofioglosso, una felce primitiva risalente a prima dei dinosauri, di cui Marco sottolinea l’antichità e la rarità. Certo, il percorso non è facile per chi fa parte di quello che chiamiamo “grande pubblico”. Bisogna accettare di lasciarsi trasportare e di dimenticare i preconcetti sulla natura. Questa visione del mondo può essere affascinante. Completa le passeggiate un erbario, composto da inquadrature fisse delle piante incontrate durante le passeggiate, riprese su pellicola 16 mm da Antoine Pirotte (attore principale diUn principe).

Un modo meraviglioso di punteggiare le i, questa galleria di ritratti di piante apparentemente ordinarie è commentata in vitro da Mark Brown, che ne descrive i nomi e le proprietà in modo più dottorale. Cosa c’è di più sorprendente di questo tuffo in una realtà vicina ed estranea che sembra appartenere ad un altro mondo?

Sette passeggiate con Mark Brown di Pierre Creton, Francia, 1:44

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