A Libourne, Julie Gayet parla di femminismo davanti agli studenti delle scuole superiori, da Olympe de Gouges al movimento MeToo

A Libourne, Julie Gayet parla di femminismo davanti agli studenti delle scuole superiori, da Olympe de Gouges al movimento MeToo
A Libourne, Julie Gayet parla di femminismo davanti agli studenti delle scuole superiori, da Olympe de Gouges al movimento MeToo
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“Hai il diritto di farmi qualsiasi domanda tu abbia. Non solo quelli che avete preparato con i vostri insegnanti…». L’attrice e regista Julie Gayet, in tournée nelle scuole per parlare di Olympe de Gouges, personaggio storico che interpreta in un film tv che presto andrà in onda su 2, si è fermata a Libourne. Questo lunedì, 13 gennaio, ha incontrato gli studenti del liceo Jean-Monnet, dopo la proiezione in anteprima del film che ha co-diretto con Mathieu Busson. Un’intervista in cui ha parlato del suo viaggio per incoraggiare i giovani a seguire le loro aspirazioni e a lavorare instancabilmente per realizzarle. E cercare di risvegliarli alle battaglie che ancora devono essere combattute per l’uguaglianza di genere.

“Qualcuno conosce MeeToo? Il caso Weinstein? » Le risposte sono timide. Julie Gayet ne ripercorre la storia: la liberazione della parola, l’emergere del gruppo Time’s Up negli Stati Uniti, o di HeForShe in Gran Bretagna, e in Francia del collettivo 50-50. Quest’ultimo raccoglie in particolare dati che evidenziano le disparità di trattamento ma anche di rappresentanza nelle diverse professioni dell’audiovisivo: “25% donne registe, solo 5% musiciste…” E spiega che le attrici, prima della comparsa delle coordinatrici dell’intimità, potrebbero poi cadere preda della fantasie e capricci dei registi.

La lezione di cinema

“Cosa rispondi a chi dice che non c’è più bisogno di lottare per l’uguaglianza delle donne? » «Che non si vince nulla, gli stereotipi di genere sono duri a morire, le donne stesse tendono ad autocensurarsi o a mantenere una competizione a volte distruttiva. Ci sono stati enormi progressi”, sottolinea, riferendosi alla violenza sessuale o alla parità sul lavoro. Ma la vigilanza resta essenziale. Lei stessa è ambasciatrice della Women’s Foundation.

E Olympe de Gouges in tutto questo? La drammaturga (1748-1793), umanista prima ancora che femminista, originaria di Montauban, riemerge in ogni fase del discorso, pioniera sui diritti delle donne, ma anche sull’igiene o sugli anziani, impegnata e appassionata. Prende il sopravvento la lezione di cinema, tra casting, location delle riprese, aneddoti, costumi, vincoli di budget… E le scelte narrative, tra ellissi e flashback, l’impasse sull’Assemblea Nazionale per allestire al meglio il club dei Giacobini. L’esperienza del corsetto, traumatica “che la dice lunga sul controllo degli uomini sul corpo delle donne”. E questa scena della ghigliottina, al termine di un processo che questa rivoluzionaria, figlia di una borghesia, credeva tuttavia di vincere.

“Figli della Patria”

Di fronte a una stanza in cui si parla poco, Julie Gayet sfida, interroga, incoraggia le persone a parlare apertamente. “Sei un po’ timido. Alle medie gli studenti fanno più domande, osano fare qualunque cosa. Come chiedersi se fossi davvero io sullo scooter con François Hollande. Non ne esco mai! », prende in giro colei che ha sposato nel 2022 l’ex capo dello Stato, oggi deputato della Corrèze. E per concludere con le ultime parole attribuite a Olympe de Gouges. “Figli della Patria, vendicherete la mia morte. » «Non sono per la vendetta. Ma mi piace pensare che abbiamo fatto qualcosa…”

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