Il Comune avvia una procedura di concessione di servizio pubblico per cinque anni, fino a ottobre 2029, senza reali ambizioni.
Santana, Johnny Hallyday, Michel Sardou, Joan Baez, Bonney M… l’elenco degli artisti che calcarono la sabbia delle arene di Cap d’Agde negli anni ’70 e ’80, l’epoca d’oro dell’intrattenimento della località, sembra oggi quasi inconcepibile.
Attrezzature che il Comune non vuole gestire
I politici locali si sono regolarmente chiesti cosa dovrebbe accadere a queste arene. Distruggerli, come è stato detto in passato? Riabilitarli, magari aumentandone la capienza, a costo di trasformarli in un vero e proprio teatro all’aperto? È difficile trovare LA buona idea, soprattutto perché il futuro di queste apparecchiature non è chiaramente una priorità per il municipio.
Durante l’ultimo consiglio comunale, gli eletti agathois hanno tuttavia votato una delibera che avvia una nuova procedura di concessione del servizio pubblico delle arene per un periodo di cinque stagioni, fino all’ottobre 2029, sapendo che il Comune non desidera gestirle in proprio. Anche. “Data la natura commerciale dell’attività, la gestione da parte di una persona giuridica distinta dal Comune sarebbe più opportuna rispetto alla gestione in gestione diretta, che è giuridicamente meno flessibile e richiede competenze che il Comune non ha al suo interno” è giustificato nella sintesi del consiglio comunale. “In effetti, un operatore privato, con la sua rete professionale, sarebbe in grado di gestire meglio queste attrezzature, garantirne l’attrattiva e commercializzare gli spettacoli”.
Una tassa minima di 8.000 euro per il Comune
Fino ad oggi e da più di vent’anni, è la società di eventi di Vincent Ribera a fornire questa delega di servizio pubblico. Molto spesso – e probabilmente sarà così anche questa volta – è stato l’unico candidato a rispondere alla procedura. C’è da dire che le specifiche riescono ad adattarlo, con “nei mesi di luglio e agosto”l’organizzazione obbligatoria di almeno “tre spettacoli di varietà al mese e due corride in piscina alla settimana.” Insomma, non dobbiamo aspettarci nulla di nuovo dal lato della programmazione. Peccato, perché dalla parte del Lunel, ad esempio, è da sottolineare la gestione privata delle arene, al di là delle semplici corse dei tori, con diversi eventi proposti durante buona parte dell’anno.
Dal punto di vista finanziario, abbiamo appreso che sarebbe stato pagato un contributo al comune, cosa che in passato non è sempre avvenuta. “Una percentuale del fatturato del concessionario, con un minimo di 8.000 €”è specificato. È sempre meglio di niente.