“La sopravvivenza dello spettacolo dal vivo non si limita all’aumento delle sovvenzioni pubbliche”

“La sopravvivenza dello spettacolo dal vivo non si limita all’aumento delle sovvenzioni pubbliche”
“La sopravvivenza dello spettacolo dal vivo non si limita all’aumento delle sovvenzioni pubbliche”
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LL’annuncio senza precedenti della cancellazione di crediti da parte del Ministero della Cultura per un importo di 200 milioni di euro ha gettato una dura luce sulle difficoltà delle arti dello spettacolo in generale, e delle orchestre sinfoniche e dei teatri d’opera in particolare. Come un anno fa, i professionisti interessati hanno chiesto un aiuto finanziario di emergenza. Ma non sembrano aver delineato nuove strade per garantire la sopravvivenza del settore.

Queste però non si limitano ad un aumento dei sussidi pubblici da parte dello Stato e degli enti locali, il che suggerisce diverse riflessioni. In primo luogo, i professionisti difficilmente possono rivendicare un sostegno significativo da parte dei cittadini. Da un lato perché le indagini del Ministero della Cultura non mostrano un aumento significativo nell’accesso della popolazione al teatro, alla danza, alla musica sinfonica o agli spettacoli d’opera. D’altro canto, perché le istituzioni difficilmente sono in grado di produrre dati che attestino i progressi compiuti in questo settore.

Infine perché, al di là delle azioni rivolte ai giovani e ai pubblici più lontani, non esiste una strategia focalizzata su un ampliamento sociologico dei pubblici. Ciò costituisce un handicap nella deliberazione democratica che dovrebbe essere stabilita con istituzioni la cui esistenza è basata sui valori del servizio pubblico e dell’interesse generale.

Mettere in discussione l’efficacia della spesa pubblica

Da qui la nostra prima proposta. Poiché queste strutture hanno esaurito la loro capacità di innovazione nel conquistare nuovi pubblici, è opportuno modificare la loro governance, in modo che i loro consigli di amministrazione (o equivalenti in quelli gestiti in gestione diretta) compaiano nei loro consigli di amministrazione (o l’equivalente in quelli gestiti in gestione diretta). rappresentanti delle federazioni dell’educazione popolare, delle associazioni locali e dei consigli economici e sociali del territorio. Ciò porterà a una migliore considerazione dei bisogni e degli interessi delle popolazioni che utilizzano raramente queste istituzioni.

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Aggiungi alle tue selezioni

Non si tratta di influenzare la programmazione artistica, ma di adottare sistemi di accoglienza del pubblico tenuti distanti dalle attrezzature finanziate dalla comunità pubblica, sapendo che soluzioni collaudate sono state abbandonate da alcuni professionisti. Pertanto nel teatro pubblico sono state eliminate una serie di posizioni di facilitatore che hanno permesso di sviluppare legami con attori locali e costruire relazioni a lungo termine con il pubblico meno familiare con la cultura. In secondo luogo, il modello operativo di molti teatri, auditorium e teatri d’opera è lungi dall’essere ottimale.

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