Pixar su “Le Monde”, da un cartone animato molto poetico a una produzione più formattata

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Personaggi del film “Inside Out 2” alla prima mondiale all’El Capitan Theatre di Hollywood, California, 10 giugno 2024. ALBERTO E. RODRIGUEZ / IMMAGINI GETTY TRAMITE AFP

En teatro il 19 giugno, Viceversa 2 è il ventinovesimo lungometraggio d’animazione prodotto dallo studio Pixar. Il film è il seguito di Viceversa (2015) – un tuffo nel cervello di una bambina dove le emozioni (Gioia, Paura, Rabbia, Disgusto e Tristezza) sono incarnate dai personaggi –, che ha vinto l’Oscar come miglior film d’animazione nel 2016 e ha incassato più di 850 milioni di dollari al botteghino reddito. Originalità della sceneggiatura, abilità tecnica, exploit commerciale… Tanti elementi che compongono la firma della Pixar. Negli anni, e con successo, il nome dell’azienda di Emeryville, vicino a San Francisco, è entrato nel linguaggio comune. Vedremo la nuova Pixar come leggiamo l’ultimo Emmanuel Carrère o la nuova Beyoncé.

La sua prima apparizione sulle pagine di Mondo, del 4 febbraio 1985, è una semplice menzione in un rapporto dedicato ad un forum monegasco sul “specialisti internazionali in nuove immagini”. In un articolo dal bel titolo Immagini più belle e più intelligenti”, dedicato alle prestazioni dei nuovi microprocessori, cita anche Philippe Quéau “il sistema americano Pixar della Lucasfilm, destinato agli effetti speciali cinematografici”. La Pixar è quindi un’entità della società di produzione del regista George Lucas che ha segnato gli ultimi dieci anni con i primi tre Guerre stellari.

Molto presto Hollywood si interesserà ai piccoli geni della Silicon Valley che vogliono reinventare l’animazione, finora prodotta da eserciti di disegnatori, matita alla mano. Il 31 gennaio 1990, il regista Bob Swaim osservò: “Dopo aver invaso la televisione, il computer attacca il cinema. » Due anni prima, Chi vuole la pelle di Roger Rabbit, di Robert Zemeckis, aveva “risorto dai morti il ​​lungometraggio d’animazione”, La Disney esce da anni bui segnati dal fallimento e dalla mancanza di inventiva.

“L’avvento di una nuova bruttezza”

Bob Swaim continua: “Attualmente si fanno con giudizio scommesse e investimenti finanziari sulla persona di John Lasseter, della Pixar, eterna star dei festival di animazione e vincitore dell’Oscar dell’animazione nel 1989 con il cortometraggio Giocattolo di latta. (…) Lasseter si è costruito una solida reputazione negli ultimi cinque anni con una serie di cortometraggi che combinano il meglio delle tecniche di animazione tradizionali con le tecniche di animazione al computer. Il che dà un risultato davvero spettacolare. » Aggiunge : “Lasseter ora ci promette un lungometraggio in immagini generate al computer entro tre o quattro anni. È giunto il momento che gli attori in CG inizino a imparare le loro battute. »

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