Vandalismo, vendetta e video: scandalo al Centre Pompidou-Metz

Vandalismo, vendetta e video: scandalo al Centre Pompidou-Metz
Vandalismo, vendetta e video: scandalo al Centre Pompidou-Metz
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Ll 6 maggio, al Centre Pompidou-Metz, la mostra Lacan, quando l’arte incontra la psicoanalisi, che ha riscosso molto successo fin dalla sua apertura a dicembre e avrebbe dovuto chiudere una settimana dopo, è stato teatro di atti vandalici subito rivendicati dalla performance artist Deborah De Robertis. Sulla protezione del vetro L’origine del mondo, un “MeToo” è dipinto in lettere rosse. Esposto nella stessa galleria, Genitalpanik, dell’attivista femminista austriaca Valie Export, una fotografia di Rosemarie Trockel e un disegno dell’artista Louise Bourgeois, La nascita, che rappresenta una donna che partorisce, sono etichettati anche sul vetro protettivo. Un proverbio ricamato di Annette Messager, Penso di sì, faccio schifoinfine, viene rubato.

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Da anni l’artista lussemburghese Deborah De Robertis chiede performance intese a riflettere il punto di vista femminile nell’arte. Tra gli altri avvenimenti, nel 2014 si è installata, nuda e con le gambe divaricate, davanti a L’origine del mondoal Museo d’Orsay, lo ripeté due anni dopo sdraiandosi nudo davanti Olimpiadi Manet, quindi davanti La Monnalisa, al Louvre, nel 2017. “Performances” che suscitano ogni volta un bel brusio mediatico e gli valgono custodia, richiamo alla legge, comparizione per esibizione sessuale. In tutti questi casi è difesa dall’avvocato penalista Marie Dosé, che ottiene tra l’altro l’assoluzione per le sue esibizioni al Louvre.

Rivendicarono le opere femministe

Questa volta, però, gli atti vandalici che l’artista ha appena perpetrato, con dei complici, alla mostra Lacan, cominciano col suscitare l’incomprensione più totale. Valie Export, Annette Messager, Louise Bourgeois sono donne, autoproclamate femministe; perché, allora, attaccare le loro opere? “Coprire le opere di artisti noti per il loro femminismo è estremamente violento”, protesta la curatrice Marie-Laure Bernadac, co-curatrice, insieme al marito Bernard Marcadé, della mostra. Rende assolutamente un disservizio alla causa che vuole difendere. »

Il messaggio appare tanto più confuso in quanto la stessa Deborah De Robertis è esposta nella stessa stanza dei suoi bersagli, la sua performance davanti a L’origine del mondo a Orsay essendo stata scelta dai curatori, tra le altre opere, per offrire proprio il contrappunto contemporaneo e femminista alla pittura di Courbet. “Inizialmente non lo avevamo chiesto, innumerevoli artisti hanno deviato L’origine del mondo, spiega Marie-Laure Bernadac. Ma quando seppe che non sarebbe stata inclusa nella mostra, suscitò un vero scandalo. Quindi, invece di gridare alla censura e atteggiarsi a vittima, abbiamo esposto il suo lavoro. Aveva senso…”

“Sono in possesso dell’opera di Annette Messager”

Ma la storia è meno semplice di quanto sembri. La coppia di curatori, che sembra conoscere da tempo Deborah De Robertis, ci conferma di averla invitata nel 2016 a un convegno sulla trasgressione nelle arti a Lisbona, e Bernard Marcadé ammette di essere interessato, da molti anni, nel suo lavoro. Il ricamo rubato è stato donato loro anche dalla stessa artista Annette Messager, l’opera appartiene a loro. Tuttavia, la notte del 6 maggio, Deborah De Robertis ha affermato su Instagram di averlo tra le mani ed era in attesa di essere convocata dalla polizia. “Sono in possesso dell’opera di Annette Messager di cui mi sono riappropriata”, scrive.

Pubblica anche un video, risalente a circa quindici anni fa, che, se non è un montaggio, lascia pochi dubbi sulla natura della relazione che aveva all’epoca con Bernard Marcadé. Il critico d’arte, che fa commenti crudi, sa di essere ripreso, ne è divertito: “Ma cosa farai con questo maledetto film, mi ricatterai? » – e la giovane zooma poi sul ricamo di Annette Messager appeso al muro. Questo ricamo che, quindici anni dopo, ha appena rubato.

“È una manipolazione, una trappola, mi sento violato da questo artista che ho difeso in passato”, dice oggi Bernard Marcadé. Resta da capire cosa intenda provocare Deborah De Robertis, di cui al momento non abbiamo potuto contattare l’avvocato, trasmettendo questo video devastante in cui sembra non subire alcuna coercizione. Denunciare il potere di una critica d’arte e curatrice riconosciuta sulla giovane artista che era allora? Oppure procedere, con metodi quali i nostri tempi strani ora autorizzano, ad un triste regolamento di conti puramente privato?

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