Grande o piccola, nazionale o regionale, nessuna istituzione culturale è immune dai tagli ai sussidi. Dopo gli stabilimenti nazionali parigini, sottoposti, all’inizio di aprile, alle amputazioni imposte dai ministeri della Cultura e delle Finanze, è il turno degli scenari territoriali etichettati di ricevere una riduzione imprevista dei loro sussidi, decisa questa volta dalle autorità locali . Il Centro teatrale nazionale di Tolosa e il palcoscenico nazionale di Créteil hanno appena appreso del disimpegno finanziario dei rispettivi dipartimenti. Il tempo dirà se saranno solo i primi di una lunga lista.
Nell’Alta Garonna, il Théâtre de la Cité, co-diretto dal regista Galin Stoev – il cui contratto con Rachida Dati ha appena rinnovato fino al 2027 – dovrà accontentarsi di 190.000 euro in meno. Una decisione presa il 19 aprile dal consiglio dipartimentale, che riduce, senza previa consultazione, il suo sussidio dell’80%. E sembra addirittura mettere in discussione il suo sostegno a partire dal 2025. Una prospettiva che, se diventasse effettiva, implicherebbe una perdita cumulativa di 1 milione di euro entro la fine del mandato di Galin Stoev.
Preso alla sprovvista dal“mancanza di dialogo” e posto di fronte al “fatto compiuto”il regista ha detto di aver incontrato a “discorso puramente contabile”. Stordito dal “brutalità” del processo, che auspica, secondo lui, a “nuova pagina nel rapporto tra l’istituto e la sua vigilanza”Galin Stoev non abbandonerà la barca, anche se l’idea gli ha attraversato la mente: “Assorbiremo questo nuovo vincolo economico. Ma fino a quando dovremo restare dei bravi studenti a cui si chiede di trovare soluzioni, qualunque siano le circostanze? »
Limitare i danni
Il Théâtre de la Cité è sostenuto da finanziamenti incrociati dello Stato (2,4 milioni di euro), della metropoli (2 milioni), della regione Occitania (377.000 euro) e del dipartimento (240.000 euro prima della coppa). Qualsiasi ritiro di un partner è un duro colpo per un equilibrio indebolito da un contesto economico teso. Le ripercussioni possono essere disastrose. “Ci è stato detto che non ci sarebbe stata alcuna clausola di revisione e nessun compenso da parte di altre autorità di vigilanza”spiega il co-direttore Stéphane Gil.
Quest’ultimo cerca di limitare i danni, per proteggere una stagione 2024-2025 di cui si apprestava a comunicare al pubblico il contenuto definitivo: “ Cerchiamo di rinviare gli spettacoli piuttosto che annullarli, poiché siamo, come centro teatrale nazionale, coproduttori della maggior parte delle compagnie presenti tra le nostre mura. Attingeremo alle riserve del teatro e aumenteremo simbolicamente il prezzo dei biglietti. Non vogliamo toccare il lavoro a tempo indeterminato. A risentirne sarà, invece, quello dei lavoratori intermittenti: meno progetti significano meno ore per gli uscieri o i tecnici. »
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