I loro corpi sono inzuppati di sudore. I loro muscoli si tendono. Il loro fiato corto, i loro sguardi intensi e sostenuti. Questo è il momento cruciale di Challengers, quello in cui è in gioco tutto. E non è una scena di sesso… Ma la finale di un torneo regionale di tennis, tra Art Donaldson (Mike Faist) e Patrick Sweig (Josh O’Connor). Un incontro molto serrato, che fa da conduttore al nuovo film di Luca Guadagnino (Chiamami col tuo nome, Suspiria), uscito nelle sale il 24 aprile.
Art è un tennista famoso, uno dei migliori del circuito, ma comincia a stancarsi e ad accumulare sconfitte. Per ritrovare la fiducia in se stesso, sua moglie e allenatore, Tashi (Zendaya), lo iscrive a un piccolo torneo regionale. Solo che nel finale Art si ritrova faccia a faccia con Patrick, tennista disinvolto e squattrinato, che sembra provare un grande piacere nel provocarlo. Nel corso del film, il loro confronto teso sarà intervallato da numerosi flashback, che riveleranno gradualmente il rapporto ambivalente tra Patrick, Art e Tashi.
Utilizzando un montaggio provocatorio, una musica inquietante e colpi di scena allettanti, Luca Guadagnino realizza uno dei film più divertenti dell’anno. Un’esperienza quasi orgasmica, che riesce a trascrivere la tensione insopportabile di un ottimo incontro di tennis, aggiungendo una dimensione innegabilmente erotica.
Tensione sessuale
Attenzione: Challengers viene venduto come un film molto sexy e lo è, ma forse non nel modo in cui pensi. Il marketing (che in particolare prende in giro un trio uscito da un film per adolescenti) è leggermente fuorviante: non troverai sesso lì, in senso stretto. In questa storia di amicizia venata di rivalità, dove i rapporti di potere e seduzione continuano a cambiare tra i tre atleti, il triangolo è tanto amoroso quanto professionale. Ma come spesso accade nelle storie di ego e…
Maggiori informazioni su Slate.fr
){kind=link}