Keigo Mukawa in un’eminente e fervente somma raveliana

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Maurice Ravel (1875-1913): opere per pianoforte: Antico Minuetto, Pavane per un’infanta defunta, Giochi d’acqua, Sonatina, Specchi, Gaspard de la Nuit, Minuetto sul nome di Haydn, Valzer nobili e sentimentali, Alla maniera di Borodine , Alla maniera di Chabrier, Prélude, Le Tombeau de Couperin. Keigo Mukawa, pianoforte. 1 doppio CD eccetera. Registrato nel 2022 al Chichibu Muse Park Music Hall, in Giappone. Avviso di presentazione, in francese e inglese. Poesie di Aloysius Bertrand in francese e tradotte in inglese. Durata: 120:21 minuti

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Ben oltre il vincitore di concorsi internazionali (tra gli altri il Long-Thibaud-Crespin, o il Reine Elisabeth del Belgio), il pianista giapponese Keigo Mukawa si afferma con questo doppio disco molto compiuto e superbamente registrato, sia come raffinato Raveliano, sia come uno dei pianisti più entusiasmanti della generazione dei trentenni.

Attraverso un testo di presentazione molto personale e affascinante, Keigo Mukawa, pur praticando un repertorio molto vasto da JS Bach ai giorni nostri, ci confida il suo attaccamento quasi smodato alla personalità di Maurice Ravel, il suo compositore preferito, dice: ammette di amarla per ragioni a volte oscure e spesso paradossali. Ci racconta il suo itinerario temporale attraverso l’opera pianistica del maestro, dalla scoperta nel paese del Sol Levante, in adolescenza, del Sonata allo studio approfondito di questo repertorio, durante i suoi anni di perfezionamento a Parigi – in particolare con Frank Braley. Questo approccio totalizzante è servito, in un certo senso, come un’analisi transazionale per il giovane studente giapponese in esilio sulle rive della Senna: sotto la freddezza apparente e distanziata del cordone dei grandi boulevard o dei giardini francesi si nasconde un’arte di vivere e pensare, un’intensa vitalità e un caldo edonismo. Ravel è quindi qui l’uomo dei paradossi e delle ambiguità. L’esterno esigente e talvolta severo di una scrittura rigorosa – Keigo Mukawa arriva addirittura a evocare il profilo di una statua di ghiaccio – nasconde all’interno tesori di cordiale immaginazione e divorante passione.

In quest’opera quasi completa, superbamente registrata per l’etichetta giapponese Nova Records due anni fa e reinterpretata in Europa dalla Etcetera, mancano le partiture pubblicate postume – le giovanilissime Serenata grottescail abbastanza anomico Parata e anche il Minuetto in do diesis (che Mukawa aveva inciso – già con il Tomba di Couperin e i quattro brevi brani del periodo 1909-1913 per i classici di Acousence). La prima bozza di Il valzer, viene omesso anche l’impianto preliminare per la versione orchestrale, così come la versione-trascrizione a due mani che il pianista giapponese ha realizzato dei cinque brani di Mia madre l’oca. Tutte le opere sono riprodotte all’interno del doppio disco secondo l’ordine cronologico di composizione. In modo che l’alfa (il Minuetto antico – questo pezzo “un po’ retrogrado”secondo la dedica raveliana a Henry Ghys o il Pavane per un’infanta defunta) e omega (IL Tomba di Couperin) sembrano rispondersi l’un l’altro, un quarto di secolo dopo, attraverso la stilizzazione coreografica dei loro riferimenti retrospettivi, o attraverso i loro consumati arcaismi emancipati dalla dissonanza.

Keigo Mukawa gioca a suo piacimento il gioco degli opposti: alla modestia un po’ distanziata delle pagine giovanili farà eco l’aspetto più drammatico delle Sonata – nel suo finale animato davvero ansimante, ma consegnato senza fretta e il tributo postumo, spesso qui molto contenuto ma talvolta angosciato (Forlane, Rigaudon) Di Tomba di Couperin, dedicato come sappiamo a sei amici raveliani caduti al fronte durante la Grande Guerra. Sotto il gelo di questa vernice neoclassica cova, attraverso queste interpretazioni tecnicamente molto riuscite, un fuoco interiore tanto commovente quanto inestinguibile, sia attraverso un gesto preciso che attraverso questo provato e sensuale senso del colore. Ad esempio, attraverso un’opposizione di registri condotta dolcemente, il cannone sembra – in lontananza del basso della tastiera – quasi tuonare sul corso del Toccata Di Tombapoco prima dell’efflorescente e grandiosa apoteosi finale che galvanizza l’intera lira.

Altrove si irradia da tanti un sentimento di solitudine immanente, quasi irreale Sport acquatici alternativamente misurato o fantasioso, ma sempre intensamente coloristico – che senso di utilizzo del pedale! – , e ancora più sublime Specchi (Falene, Uccelli tristi, Una barca sull’oceano) su cui ilAlborada appare quasi abbattuta sotto la sua maschera burlesque, e dove il Valle delle Campane si risolve nel silenzio attraverso un suono magico quasi liquido.

Gaspard de la Nuit è forse un po’ meno compiuto: certo la sorda angoscia diOndina la disputa con la fantasia macabra della forca, con un’ammaliante varietà di tocchi. Ma Scarbo, qui di un’estroversione solare quasi lisztiana, forse priva di quella oscurità fatidica e spettrale come quella evocata dalla poesia di Aloysius Bertrand e che un Samson François o un Ivo Pogorelich vi avrebbero potuto distillare. D’altra parte il Valzer nobili e sentimentali diventare una sorprendente galleria di ritratti, tra l’incredibile e il meraviglioso, attraverso il susseguirsi di miniature diabolicamente abbozzate, e condurre forse al vertice assoluto di questo doppio album: l’apertura della misteriosa scatola dei ricordi che costituisce l’Epilogo, dato con tutta la necessaria distanza nostalgica e semicontrizione.

Come avremo capito, questo nuovo completo si colloca agli esatti antipodi di quello, recentemente pubblicato, di Philippe Bianconi (La Dolce Volta), molto meno ben registrato, il cui interprete scommette soprattutto su una previa urgenza drammatica e su molle più discorsive. .dicotomico per costruire tutte le sue interpretazioni. Per Keigo Mukawa si tratta soprattutto di assumere, in questo integrale di riferimento, nient’altro che il testo, ma tutto il testo affinché emani tra le linee, e al di là dei paradossi, attraverso la gustosa intermediazione dei colori che arricchiscono la chiarezza del disegno, questa angoscia distanziata, questa modestia quasi tragica e questo umanesimo quasi orologiero, tratti caratteriali eminentemente raveliani.

Insomma, ecco una nuova referenza, consigliatissima!

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Maurice Ravel (1875-1913): opere per pianoforte: Antico Minuetto, Pavane per un’infanta defunta, Giochi d’acqua, Sonatina, Specchi, Gaspard de la Nuit, Minuetto sul nome di Haydn, Valzer nobili e sentimentali, Alla maniera di Borodine , Alla maniera di Chabrier, Prélude, Le Tombeau de Couperin. Keigo Mukawa, pianoforte. 1 doppio CD eccetera. Registrato nel 2022 al Chichibu Muse Park Music Hall, in Giappone. Avviso di presentazione, in francese e inglese. Poesie di Aloysius Bertrand in francese e tradotte in inglese. Durata: 120:21 minuti

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