Perché il ritorno del covid nelle case di riposo preoccupa poco

Perché il ritorno del covid nelle case di riposo preoccupa poco
Perché il ritorno del covid nelle case di riposo preoccupa poco
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«Parliamo di epidemia quando abbiamo più di tre casi in 48 ore, per il momento non è così», prosegue il manager, rassicurato dal tasso di vaccinazione dei suoi residenti. Il 70% di loro ha ricevuto la vaccinazione di richiamo durante la primavera. Del restante 30%, alcuni rifiutano e altri hanno sviluppato anticorpi dopo aver contratto il virus negli ultimi mesi.

Cosa essere sereni per l’estate? «I protocolli sono pronti per essere elaborati in qualsiasi momento», assicura Jean-Christophe Amarantinis, presidente di Synerpa (Unione nazionale delle strutture e residenze private per anziani). “Le strutture sono già organizzate e le squadre sono operative”.

Persiste ancora un timore: la ripresa del covid potrebbe indebolire un settore già “in difficoltà in termini di assunzioni, soprattutto durante il periodo estivo”, confida il rappresentante.

“La più grande difesa è il vaccino”

Indossare la mascherina, lavarsi le mani, mantenere la distanza… I protocolli, ormai ben “consolidati”, prevedono i famosi gesti di barriera, ma anche l’istituzione di un registro degli ingressi e delle uscite per risalire alla fonte in caso di contaminazione e la segnalazione periodica dei casi covid alle autorità nazionali e locali. “I gesti di barriera sono positivi, ma la difesa più grande è il vaccino”, insiste Jean-Christophe Amarantinis. “È importante incoraggiare i residenti e le persone che visitano regolarmente queste strutture a vaccinarsi”.

“La vaccinazione è anche ciò che ci permette di mantenere i legami sociali”, ricorda Bertrand Coignec, in piena pandemia, le case di cura hanno sperimentato misure di contenimento molto rigide (isolamento nelle stanze, sospensione del diritto di visita…).

Al di là delle case di cura, permangono preoccupazioni per le persone tenute a casa. “Si tratta spesso di persone isolate, che perdono la propria autonomia, e che non hanno necessariamente tutti i riflessi giusti per proteggersi”, spiega Jean-Christophe Amarantinis. “ Il rischio di propagazione è meno neutralizzato che all’interno di uno stabilimento”.

1. Strutture ricettive per anziani non autosufficienti.

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