Tennis. Perché non dovresti aspettarti un Novak Djokovic trascendente a Monte-Carlo

Tennis. Perché non dovresti aspettarti un Novak Djokovic trascendente a Monte-Carlo
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Daniel Evans, Alejandro Davidovich Fokina e Lorenzo Musetti. Gli ultimi tre aguzzini di Novak Djokovic al Masters 1000 di Monte-Carlo non rientrano tra i big del circuito ATP. L’inglese, lo spagnolo e l’italiano sono tre avversari lontani anni luce dal serbo per aura, livello medio di gioco e track record. Tuttavia, si sono offerti lo scalpo di “Nole” in un torneo che negli ultimi anni ha fatto malissimo per il numero 1 del mondo.

Alcuni numeri: Djokovic non raggiunge i quarti di finale sulla terra monegasca dall’edizione 2019 (anche se va ricordato che quella successiva fu annullata a causa della pandemia di Covid-19). Peggio ancora, dobbiamo tornare al 2015, anno del suo titolo, per trovare traccia della sua presenza nelle ultime quattro.

La sua ultima top 10 battuta a Monte-Carlo? La sua finale vinta, nel 2015, contro il ceco Tomas Berdych (7-5, 4-6, 6-3). Riferimenti francamente indegni dell’uomo con 24 tornei del Grande Slam, diventato il più anziano numero 1 del mondo della storia, domenica 7 aprile, detronizzando un certo Roger Federer.

Roland-Garros (già) nel mirino

Mentre si prepara a entrare nella mischia contro il vincitore di 1ehm Nella partita tra il russo Roman Safiullin e lo spagnolo Jaume Munar, Novak Djokovic ha lasciato intendere in conferenza stampa che anche quest’anno non sarebbe stato al suo miglior livello. “A dire il vero le mie aspettative non sono molto alte, visto come ho giocato quest’anno e gli ultimi risultati qui, ammette, giocando quasi in casa. Mi è sempre piaciuto giocare qui. Vivo qui da molto tempo, qui sono nati i miei due figli, è come se fosse casa mia. Mi sono allenato qui per un numero incredibile di ore. Conosco tutti! Ma giocare in casa forse aggiunge un po’ di pressione… La terra battuta è la superficie più impegnativa. Mi ci vuole più tempo per raggiungere il mio picco. »

La ricerca del suo top, o del suo “forma di punta” per usare le sue parole, forse interessa al serbo ancor più dei suoi crudi risultati nel Principato. Non ha più le capacità fisiche di quando era più giovane, a 36 anni, e ora fa dei tornei del Grande Slam la sua priorità assoluta. Al punto da saltare alcuni grandi tornei prestigiosi, perfino il Masters 1000, come è avvenuto recentemente a Miami.

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Senza allenatore dalla fine della collaborazione con il croato Goran Ivanisevic, Novak Djokovic è impegnato in una transizione dura che ha fatto fatica a digerire negli ultimi anni. E i suoi recenti risultati deludenti – in particolare l’eliminazione al terzo turno a Indian Wells contro Luca Nardi – suggeriscono che avrà bisogno di tempo. Forse un po’ più del solito. E peccato se non vincesse il terzo titolo a Monte-Carlo, l’idea era quella di approdare in modo competitivo al Roland-Garros.

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