Perché, a più di 60 anni, è ancora del gioco Bruno Coppens, lui che ogni settimana riceve nella cassetta della posta la pubblicità di apparecchi acustici? Ma certo che sì!, assicura. A riprova “È incredibile come mi sto adattando!”dichiara con orgoglio questo ex insegnante di francese. “OH? Non diciamo più “uff” oggi?”impara da suo nipote. Quindi ci sono parole che scompaiono. “Questo non fa bene alla bibliodiversità” tutto questo. Bisogna allora riconoscere che ci sono parole che, oggi, gli sfuggono: “chi prospera”“cisgenere”“decostruito”. Che cosa?
Tuttavia, a fronte di “l’insostenibile leggerezza delle lettere, ci sono parole solide”dice. Come gli anagrammi. E per offrire agli spettatori una meravigliosa lezione sui segreti nascosti delle parole, che si mostrano e prendono vita sul grande schermo posto al centro della scena e che lui commenta con la malizia che conosciamo da lui. Così “ministri” ha l’anagramma “interim”, proprio per ricordarci che “il potere non dura mai…”e quando mescoliamo le lettere di Marine Le Pen, risulta “portare il peggio”…
Ridiamo tanto quanto pensiamo
Ci sono anche parole di cui Bruno Coppens vuole liberarsi. Così ha organizzato un “Cerimonia delle Parole di Ivyascoltate queste parole dannose che, come l’edera, proliferano ovunque nel nostro lessico. E lì il comico si lascia andare e regola i conti. Nel suo mirino: linguaggio politicamente corretto. Non perde quindi l’occasione di criticare, non senza tatto e con molta (auto)ironia, i re bambini, la scrittura inclusiva, la cultura della cancellazione e il wokismo. È chiaro: da Coppens si ride tanto quanto si pensa. E, a volte, bisogna anche pensare prima di ridere perché il comico gestisce e combina abilmente riferimenti culturali, politici, sportivi… e giochi di parole.
Non piace neanche a Bruno Coppens”espressioni stupide È “discorsi politici”dove molto spesso l’oratore “parlare per non dire nulla”. Come il “zoo sociali come Facebook. Ma, uff!, suo figlio gli ha preparato un piccolo glossario per i giovani, sufficiente ad aggiornarlo.
Con la complicità del suo amico di sempre Eric De Staercke nella regia, Bruno Coppens compone così per noi, attraverso le parole e attraverso lo spirito, una sinfonia gioiosa, dove le parole, siano esse leggere, ferme, dissonanti…, trasportano, come note musicali. , gli sviluppi e gli sconvolgimenti (climatici, sociali, politici, sociologici, ecc.) del mondo, nel tempo e attraverso le generazioni.
→ Bruxelles, Le Public, 1h05, dai 10 anni, fino al 1° febbraio. Informazioni e ris. allo 02.724.24.44 oppure il www.theatrelepublic.be