“Il teatro è amore immediato”

“Il teatro è amore immediato”
“Il teatro è amore immediato”
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L’attore Jean-Pierre Castaldi ha accettato di riceverci al Château de la Douve, a Bourg-d’Iré, comune delegato di Segré-en-Anjou Bleu (Maine-et-Loire) con il suo amico René Walgraffe. Sta preparando una nuova commedia lì, La scatola dei ricordi, che racconta il dietro le quinte dell’attore. Incontro con Jean-Pierre Castaldi e Christophe Delire, suo partner di scena.

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Quanto vale per noi il vostro soggiorno in Angiò e, in particolare, al Castello della Douve, a Bourg-d’Iré?

Jean-Pierre Castaldi. Apprezzo il fascino della residenza e la calma del paesaggio, lontano dai rumori di Parigi. Darò in Belgio, da domenica 7 luglio a domenica 25 agosto, una nuova pièce La scatola dei ricordi. È un concetto molto originale. Una roulotte in cui rimango. Alla fine del corso interpreto il ruolo di attore. Lo spettacolo inizia quando apro il trailer. Questa è l’ambientazione all’aperto, se il tempo è bello; in un fienile o come in un posto come qui se piove. Parlo della mia vita da artista. Un po’ quello che non diciamo ai giornalisti. Questo è l’altro lato della storia. Parlo della miseria, più che del lato brillante dell’attore. Una serie di aneddoti difficili. Ho iniziato dal basso, come tutti gli altri. È quello che sto dicendo.

Non sei solo sul palco…

Dato che non mi piacciono gli spettacoli di cabaret e quelli personali, il mio produttore Cédric Monoy mi ha dato un partner. Christophe Delire è un ufficiale giudiziario che viene a prendermi. E’ il clown rosso. Ha dei file su di me. Entriamo nella mia vita con queste note. Lo sgrido ogni volta, dicendogli che non è andata così.

E dopo La scatola dei ricordi ?

Sarò in tournée a partire dal prossimo ottobre con I Granduchi, di Patrice Leconte, diretto da Jean-Luc Moreau e con, tra gli altri, Georges Beller. Nel settembre del 2025 interpreto un Feydeau, Signor caccia, con Olivier Lejeune, Xavier Viton e Lydie Muller. Insomma, ho finito per due anni!

“Il cinema è un vantaggio”

Hai rinunciato al cinema e alle serie tv?

Per vent’anni non ho quasi fatto film. In televisione ne ho fatti sei Maigretdue Mulino, Marie-Pervenche, Gli uomini di rosa per vent’anni. Sono bruciato. Ho un’età in cui non posso più essere il poliziotto di 40-50 anni. Non sono più il giovane leader. Posso solo essere un vecchio poliziotto e ci credo TF1, M6…sono stufi dei vecchi poliziotti. Avevano Navarro

Preferisci il teatro?

Non c’è niente di più gratificante del teatro per un attore. La sanzione è immediata. Non dobbiamo aspettare due anni per l’uscita del film per critici e non critici. Il teatro è amore immediato. Tutti i grandi attori che ho conosciuto, che fossero Michel Bouquet, Michel Piccoli… Sono finiti tutti a teatro. Originariamente è ancora lo scopo per cui facciamo questo lavoro. Il cinema è un vantaggio.

C’è un autore che ti ha colpito più di un altro?

Non ho suonato nessun grande classico. Detto questo, Sacha Guitry con Mi hai salvato la vitamostra con Jacques Weber come Montecristo, SÌ. Avrei sognato di interpretare il ruolo di Alceste in Il misantropo. Ho giocato a boulevard ad altissimo livello con Jean Poiret, Michel Roux, Jacques Weber e persino Spartacocon 50 caratteri.

Christophe Delire: “Sono un clown di strada”

E tu, Christophe Delire, chi sei?

Christophe Delire. Sono un artista tuttofare. Ho fatto radio gratuita e televisione con telecamere nascoste in Belgio. Sono un clown di strada, dallo stile un po’ eccessivo Inganni di Scapino. Il Belgio è cioccolato, fumetti e surrealismo. Il mio incontro con Jean-Pierre risale a sette o otto anni fa.

Lì suoneremo uno spettacolo molto contemporaneo. Con l’intelligenza artificiale, le fake news… Tutto può essere messo in dubbio. Lì il personaggio è in carne e ossa. Dirò cosa è realmente successo. Questo non è un ologramma di Mélenchon (ride). Con Jean-Pierre abbiamo suonato 150 sessioni di La storia del cinema e 100 sessioni di La storia della danza. Un tabacco in Belgio. È un dono del cielo girare con Jean-Pierre Castaldi. Mi ha insegnato molte cose.

Hai una squadra intorno a te…

Tutti nella squadra hanno una funzione essenziale, in un film come in un teatro. Ho un profondo rispetto per tutte le persone che esercitano la professione. Sono loro che ti danno i riflettori. Quando ti viene detto che salirai sul palco, hai la tua battuta di recitazione. Prima non ce l’avevi.

E se dovessimo rifarlo?

Piccola esitazione. Ciò non è garantito. Ovviamente oggi posso dire di esserci riuscito. Quanti di noi sono rimasti sul ciglio della strada per cinquant’anni? Questo è ciò di cui parliamo nello spettacolo. Perché e come. Sono stato su e giù. Ho lottato per due generazioni. Ciò che ho imparato dai grandi, dai loro dominanti, è la loro umiltà. Non hanno nulla da dimostrare.

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