dal peggiore al migliore, abbiamo classificato i dieci film della saga

dal peggiore al migliore, abbiamo classificato i dieci film della saga
dal peggiore al migliore, abbiamo classificato i dieci film della saga
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Lun pianeta delle scimmie: il nuovo regno, nelle sale dall’8 maggio, è già il decimo film di una saga iniziata nel 1963 con il romanzo di Pierre Boulle. Un testo al quale lo scrittore francese non diede mai grande importanza e che tuttavia diventò presto il caposaldo del più antico franchise della cultura pop. Dalla prima parte, prodotta nel 1968 da Franklin Schaffner, Il pianeta delle scimmie colpì gli animi: uscito negli Stati Uniti lo stesso giorno di 2001: Odissea nello spazioil film ha offerto al pubblico un viaggio molto più pessimistico verso il futuro seguendo la disavventura di tre astronauti persi su una curiosa stella situata ad anni luce dalla Terra.

Popolato da scimmie parlanti e umani da loro ridotti in schiavitù, il lontano pianeta ha rivelato la sua vera natura durante un colpo di scena finale ormai iconico, in cui l’unico sopravvissuto del trio (l’astronauta Taylor, interpretato da Charlton Heston) se n’è andato sfogando la sua rabbia e disperazione, inginocchiandosi una spiaggia deserta. Un grande successo popolare, il capolavoro di Schaffner, affrontando temi sociali e filosofici, accelerati, come 2001la riabilitazione della fantascienza, aprendo la strada al futuro avvento di Guerre stellari. Fino al 1973 furono prodotti quattro seguiti di discreto successo, poi la saga divenne più discreta, sviluppandosi principalmente attraverso fumetti e numerosi prodotti derivati.

La ripresa nel 2011

I primati tentarono di conquistare la televisione attraverso due serie, una in carne ed ossa (1974), l’altra animata (1975), entrambe amari fallimenti. Nel 2001, un riavvio di Tim Burton rilanciò il franchise e aprì un nuovo ciclo. Perso: deludente e deriso dalla critica, poco entusiasta al botteghino, prova rimasta senza seguito. Accolta molto meglio, una nuova trilogia prodotta tra il 2011 e il 2017 e che beneficia delle ultime meraviglie digitali ha rinvigorito il concetto e lo ha reso popolare tra le nuove generazioni.

Infine, nel 2024, Il pianeta delle scimmie: il nuovo regno di Wes Ball si inserisce nella continuità narrativa dei tre film precedenti e si rivela, contro ogni aspettativa, una bella sorpresa. Se Il pianeta delle scimmie innanzitutto il nome resta un monumento alla fantascienza, ma anche l’intero franchise è un vero e proprio camaleonte, che ha sempre saputo adattarsi alle domande e alle preoccupazioni degli spettatori di ogni epoca. Ci sono quindi grandi differenze tra i film ma, ascoltando solo il suo coraggio, Le Point Pop ha comunque provato a classificarli: dal peggiore al migliore, ecco la nostra Top 10 dei lungometraggi, perfettamente soggettiva, di una saga che, nonostante la sua veneranda età, ha non ha finito di far parlare di lei.

10. Battaglia per il pianeta delle scimmiedi John Lee Thompson (1973)

Film finale prodotto da Arthur P. Jacobs, La battaglia… soffre di un budget troppo al di sotto delle sue ambizioni di sceneggiatura. Se lo scontro ideologico tra lo scimpanzé Cesare e il gorilla Aldo non è privo di interesse, ora impallidisce di fronte a quello tra Cesare e Koba. La mancanza di risorse rende la battaglia finale piuttosto aneddotica. La dimensione postapocalittica è scarsamente rappresentata sullo schermo. Ambiguo, il risultato ci invita a riflettere sulla natura effimera delle decisioni politiche.

9. Il pianeta delle scimmiedi Tim Burton (2001)

Visivamente riuscito, il film di Tim Burton sembra inizialmente l’adattamento più fedele del romanzo di Pierre Boulle. Ma dotando l’umanità di parola e intelligenza, il film fa perdere credibilità alla denuncia della xenofobia. I personaggi principali sono caricature. L’avventura e l’epica superano le riflessioni sociali e filosofiche, che tuttavia costituiscono il DNA della saga. Il risultato, più che sorprendente, è davvero incomprensibile.

8. Il segreto del pianeta delle scimmiedi Ted Post (1970)

Questo secondo film è innanzitutto un copia e incolla del precedente, un astronauta americano degli anni ’70 che scopre con orrore anche lui il dominio indiviso delle scimmie intelligenti. La seconda parte denuncia i mali del nucleare, con la presenza di mutanti umani dai volti sfigurati. Se quest’opera non fa davvero avanzare la saga, il suo esito nichilista è tuttavia audace. Notando l’onnipresenza del male, il personaggio interpretato da Charlton Heston decide di far saltare in aria la Terra. Gonfio !

7. Il pianeta delle scimmie: Supremaziadi Matt Reeves (2017)

Pensato come una riscrittura diApocalisse ora di Coppola (1979), Supremazia è il film più intimo della trilogia degli anni 2010. Caesar si propone di vendicarsi di un colonnello pazzo, responsabile della morte di sua moglie e suo figlio. Commovente e visivamente originale con i suoi paesaggi innevati, il film diventa più statico nella seconda parte. I riferimenti al Vietnam e alla Seconda Guerra Mondiale sono interessanti, ma a volte mancano di sottigliezza. Il finale lascia un assaggio di lavoro in sospeso.

6. Conquista del pianeta delle scimmiedi John Lee Thompson (1972)

Questo quarto film è il più oscuro della saga. In risposta ad un virus che ha sterminato cani e gatti, gli uomini decidono di utilizzare in maniera massiccia le scimmie come servitrici e animali domestici. La società americana sta sprofondando nel totalitarismo. La violenta rivolta delle scimmie, che acquisiscono coscienza politica e prendono il potere, è un avvertimento contro i pericoli di una possibile conflagrazione sociale in caso di mancata lotta contro l’ingiustizia e la discriminazione.

5. Il pianeta delle scimmie: il nuovo regnodi Wes Ball (2024)

Un successo visivo, questo nuovo film riprende i codici del viaggio dell’eroe (o monomito) teorizzato da Joseph Campbell. Divertente e in parte rilanciato il lungometraggio del 1968, Il Nuovo Regno presenta personaggi accattivanti e consente una riflessione sulla dittatura illuminata. L’antagonista principale, però, appare tardi e il suo potenziale è poco sfruttato. Il finale dà scala alle questioni, ma allo stesso tempo sottolinea che siamo di fronte a un film di transizione.

4. Il pianeta delle scimmie: resa dei contidi Matt Reeves (2014)

Cinque anni prima dell’inizio della pandemia di Covid-19, Il Confronto illustra gli effetti devastanti di un virus la cui diffusione è facilitata dalla globalizzazione. Il film oscilla costantemente tra l’utopia della società scimmiesca fondata da Cesare e la distopia in cui si trovano i sopravvissuti umani. Il duello politico e ideologico tra Cesare e Koba è un’affascinante riscrittura del tema dei fratelli nemici, così fertile nel Bibbia e nelle tragedie greche.

3. IL Evades dal pianeta delle scimmiedi Don Taylor (1971)

Se inizialmente si basa su un improbabile viaggio nel tempo che ha permesso alla simpatica coppia di scimpanzé Cornélius e Zira di raggiungere l’America negli anni ’70, questa terza opera colpisce per la sua originalità. Sia una commedia leggera che una vera satira della morale occidentale, il film porta poi a una profonda riflessione sul tempo e sulla supremazia umana. Anche la questione dell’uso del male per il bene è un tema centrale. Il tragico esito ha una dimensione biblica.

2. Le origini del pianeta delle scimmiedi Rupert Wyatt (2011)

Reboot dei primi cinque film, Le origini ci porta a seguire la graduale ascesa dello scimpanzé Cesare, interpretato da Andy Serkis. Nuova creatura di Frankenstein, questo personaggio ci permette di allertare ancora di più Jurassic Park sui pericoli della manipolazione genetica. Vicino al film di Schaffner, questo lungometraggio si prende cura dello sviluppo dei suoi personaggi e delle sue riflessioni bioetiche, offrendo allo stesso tempo un finale commovente e spettacolare sul leggendario Golden Gate di San Francisco.

1. Il pianeta delle scimmiedi Franklin Schaffner (1968)

Libero adattamento del romanzo di Pierre Boulle – soprattutto per ragioni di budget – il film di Franklin Schaffner conserva tuttavia il suo spirito satirico. Ritmo senza cadere nell’azione eccessiva, questa prima opera è ricca di scene iconiche, come la caccia agli umani nell’erba alta e, ovviamente, la scoperta finale delle rovine della Statua della Libertà. La sua denuncia dei misfatti dell’orgoglio umano, attraverso l’olocausto nucleare, è di una forza indistruttibile e senza tempo.

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