Tutti, passando davanti ad un edificio in parte demolito, svelando un piano dove si può intuire una vecchia cucina grazie alle terracotte ancora appese alle pareti, o addirittura un soggiorno che conserva ancora il caminetto, si perde in congetture, fantastica, immagina personaggi e una vita passata, ormai scomparsa, banale, di cui queste uniche vestigia continuano a testimoniare. Solo?
Non sono sicuro, perché un nuovo concetto in voga sui social network, l’urbex, sta riportando in vita questi luoghi. Grazie alle fotografie e ai video realizzati da un intero esercito di fotoamatori, che si recano in questi luoghi abbandonati, si scambiano indirizzi e luoghi, in Francia e all’estero.
Castelli, fabbriche dismesse, magazzini, edifici e case, a volte ritenuti infestati, circolano e ricevono visite da questi nostalgici ricercatori di un passato ancora lontano. Le immagini mostrano fogli e documenti abbandonati su una scrivania, vestiti stesi sullo schienale di una sedia, una pentola sul fornello, un letto mezzo disfatto, un incidente d’auto che ospita un nido di uccello, una battaglia perduta in anticipo tra l’uomo e la natura che ritrova i suoi diritti.
Tra questi fotografi e videografi urbex, spicca una langonese con diverse migliaia di abbonati al suo account, Melurbex 13. Il suo vero nome, Mélanie Dardin, l’artista ha appeso una trentina di sue fotografie, con commenti e legende esplicative, all’ufficio del turismo e presso la mediateca Spazio Gargantua, per il mese di gennaio.
Midi gratuito corrisponde: 06 72 11 89 06