Recensione mostra: “L’Era Atomica” una mostra tanto scientifica quanto artistica

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I critici discutono due mostre: L’era atomica al Museo d’Arte Moderna di Parigi, una mostra tanto artistica quanto scientifica sull’atomo, le sue ricadute nucleari e Arte Povera alla Bourse du Commerce, un’ampia presentazione del movimento artistico italiano anti-establishment nato negli anni Sessanta.

“L’era atomica” al Museo d’Arte Moderna di Parigi, quando la scienza si mescola con le arti

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“Nuclear I, CH” de László Moholy-Nagy, 1945 – Olio e miniera di prugna su tela 96,5 x 76,2 cm – Foto Art Institute of Chicago
– © Art Institute of Chicago – Dono di Mary e Leigh Block – Bridgeman Images

Il Museo d’Arte Moderna di Parigi propone di rivisitare la storia della modernità nel XX secolo attraverso l’immaginazione dell’atomo. La mostra invita il pubblico a esplorare le rappresentazioni artistiche scaturite dalla scoperta scientifica dell’atomo e delle sue applicazioni, in particolare della bomba nucleare le cui conseguenze devastanti hanno cambiato il destino dell’umanità.

Riunendo quasi 250 opere (dipinti, disegni, fotografie, video e installazioni), oltre a una documentazione spesso inedita, la mostra mostra, per la prima volta in un’istituzione francese, le posizioni molto diverse assunte dagli artisti di fronte alla scienza progressi e le controversie che ne derivano. Trattare un argomento più attuale che mai fa parte del desiderio del museo di dare eco alle preoccupazioni culturali e sociali contemporanee.

Opinioni della critica

  • Corine Rondeau: “L’era atomica è una mostra fantastica con un vero sforzo di ricerca da parte di Julia Garimorth e Maria Stavrinaki, le curatrici della mostra. Non prendiamo gli spettatori per idioti, ma non li perdiamo neanche. C’è un lavoro iconografico davvero importante che ci fa scoprire nuove opere di artisti già molto riconosciuti. La Bourse du Commerce offre un’esposizione molto importante al presente mettendo in prospettiva il positivismo scientifico affermatosi dall’inizio del XX secolo e mettendo in luce le false soluzioni che talvolta ci vengono proposte. L’era atomica è una mostra scientifica – e non solo artistica – di rara qualità. Un po’ meno interessante è l’ultima parte, quella che riguarda la parte militante, nonostante il suo aspetto del tutto necessario.
  • Sarah Ihler-Meyer: “È una mostra molto riuscita, molto densa, chiara, educativa e dinamica. Ripercorre la storia dell’atomo dalla sua scoperta scientifica, fino alla ricaduta ispirata dal terrore delle due bombe atomiche. L’era atomica cerca di illustrare quello che chiamiamo il gap nucleare prometeico, vale a dire la diffrazione tra la capacità di produrre una bomba A e quella di immaginare distintamente le conseguenze della sua esplosione. Non riusciamo a comprendere la realtà dei danni prodotti. La mostra illustra mirabilmente questo divario passando rapidamente dall’esaltazione dell’atomo dopo la sua scoperta, alle trasfigurazioni artistiche degli anni Cinquanta dopo l’esplosione delle due bombe A sganciate pochi anni prima sul Giappone. L’ultima parte della mostra rappresenta chiaramente l’energia nucleare e tutta la sua filiera produttiva, che va dall’estrazione del minerale fino al suo utilizzo finale.”

L’era atomica – Artisti alla prova della storia è aperta ai visitatori dall’11 ottobre 2024 al 9 febbraio 2025 al Museo d’Arte Moderna di Parigi. Il catalogo della mostra è pubblicato dalle Editions Paris Musée. La mostra è curata da Julia Garimorth, curatrice capo del Musée d’Art Moderne di Parigi e Maria Stavrinaki, professoressa di storia dell’arte contemporanea all’Università di Losanna.

“Arte Povera” alla Bourse du Commerce, uno sguardo al movimento di protesta italiano

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“Che fare?” de Mario Merz, 1968, cire, tube fluorescent dans un récipient métallique, 14,5 × 45 cm. Courtesy de la GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea (Turin) / Fondazione Guido ed Ettore De Fornaris. © Adagp, Paris, 2024. [17] Gilberto Zorio, Confine incandescente, 1970, nichel-cromo incandescente, fili elettrici, 2 cavi elettrici, 2 pinze in ceramica, dimensioni variabili. Collezione dell’artista.
– © Adagp, Parigi, 2024.

Nonostante sia oggi considerata un movimento artistico, gli attori dell’Arte Povera, rifiutandosi di giocare al gioco dell’assegnazione di un’identità, di lasciarsi rinchiudere in una definizione, rifiutano la qualificazione di movimento per preferire quella di attitudine. Sii un artista Arte Poverasi tratta di adottare un comportamento che consiste nel sfidare l’industria culturale e più in generale la società dei consumi, secondo una strategia disegnata sul modello della guerriglia.

La Collezione Pinault presenta alla Bourse de Commerce nell’ottobre 2024 una grande mostra dedicata all’Arte Povera, progettata da Carolyn Christov-Bakargiev. Tra patrimonio e influenza, la mostra copre più di 250 opere storiche e contemporanee di questo importante movimento artistico italiano degli anni ’60. Questa mostra mira a far luce sia sulla nascita italiana che sull’influenza internazionale di questo movimento, attraverso le opere di i tredici principali protagonisti dell’Arte Povera.

Opinioni della critica

  • Corine Rondeau: “La mostra è organizzata in una sorta di improbabile accozzaglia, con un insieme di sale monografiche dove trascorriamo il tempo leggendo un cartello dopo l’altro. Ciò non dimostra realmente cosa sia l’Arte Povera, la sua frugalità, nonostante la presenza di tutti i grandi nomi del the movement Trovo che la mostra faccia fatica a dimostrare l’eterogeneità del pensiero dell’Arte Povera, le sue frizioni, la sua riflessione e l’anarchismo di fondo che la abita. Lo spettatore ha difficoltà a muoversi all’interno della mostra, c’è una devitalizzazione della sua esperienza. il che non corrisponde realmente, se non del tutto, all’idea originaria dell’Arte Povera.”
  • Sarah Ihler-Meyer: “Abbiamo l’impressione di vedere una cassaforte aperta davanti ai nostri occhi, con dentro oggetti molto costosi. Questa mostra illustra bene l’ironia e il paradosso dell’Arte Povera, ma svuota completamente il suo contesto di emergenza, l’instabilità politica italiana e la protesta della sinistra e movimenti di estrema sinistra dell’epoca. La scenografia non è dinamica, è un susseguirsi di stanze dove vediamo oggetti inerti con un unico valore di mercato, tutto ciò che il movimento dell’Arte Povera alla fine ha rifiutato.

La mostra è aperta ai visitatori dal 9 ottobre 2024 al 20 gennaio 2025 presso la Bourse du Commerce. Il suo catalogo è edito da Dilecta e disponibile nelle librerie. La mostra è curata da Carolyn Christov-Bakargiev, specialista riconosciuta a livello internazionale del movimento artistico italiano.

Clip audio

  • Canzone – Il Java delle bombe atomiche di Boris Vian, 1955
  • Archivio della voce di Mario Merz tratta dallo spettacolo Arte PoveraLaboratorio di creazione radiofonica trasmesso su Culture il 10/12/1986

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