un dipinto del passato

un dipinto del passato
un dipinto del passato
-

Il dipinto rubato ***

di Pasquale Bonitzer

Film francese, 1h31

Il denaro non ha odore e nemmeno quello del mercato dell’arte. Questa è la lezione impartita da André Masson, rinomato banditore di Scottie’s, ad Aurore, la sua stagista, dopo un incontro di lavoro con un ricco cliente che vuole vendere un dipinto per evitare che sua figlia lo erediti. “Devi essere pronto a fare qualsiasi cosa per una vendita”, afferma André ad Aurore, introducendola a sgambetti e finzioni, rappresentativi, secondo lui, del mondo delle sale d’asta. E si diverte nello scoprire la forte propensione di Aurore a mentire.

Quando Suzanne Egermann, avvocato di Mulhouse, chiese il parere di un esperto su un dipinto che pensava fosse di Egon Schiele, André Masson era scettico. Un giovane, Martin Keller, ha acquistato una casa che contiene questo dipinto come rendita vitalizia. Il banditore accetta di viaggiare con Bertina, la sua ex moglie specializzata in questo artista, Suzanne Egermann li avverte: i Keller sono persone semplici. Di fronte alla tela, André e Bertina non riescono a trattenere una risata nervosa. Queste sono le Girasoliopera del pittore, scomparsa dal 1939.

L’autentico e il falso

Tratto da una storia vera, Il dipinto rubato si rivela delicato nonostante il suo approccio brusco iniziale e il mordente dei suoi dialoghi. Seguendo le orme della sconcertante Aurore, ci svela il mondo poco conosciuto dei mercanti e delle aste, spesso filmati per la loro semplice teatralità. Senza mai dare l’impressione di essere troppo, il film dipinge in modo accattivante un mondo appassionato d’arte ma ancor più di sua monetizzazione, ed evoca l’espropriazione degli ebrei al tempo della Shoah.

Avvolta in una preoccupata malinconia, Il dipinto rubato che mescola leggerezza o serietà, intreccia le storie, dapprima senza alcun collegamento tra loro, per poi porre gradualmente al centro i personaggi secondari. Alex Lutz (André) porta con sé un bel cast che riunisce Louise Chevillotte (Aurore), Léa Drucker (Bertina), Nora Hamzawi (Suzanne), Arcadi Radeff (Martin) e Alain Chamfort – quest’ultimo, nonostante una breve apparizione, segna il Eleganza carismatica e finezza interpretativa. La complessa psicologia di questi protagonisti si svela gradualmente e attraverso le rivelazioni successive emergono bellissime sorprese.

-

PREV A Villa Ottolenghi, l’ultima casa progettata da Carlo Scarpa
NEXT umano, tropo umano – Liberazione