LE SPESE DELLA LEGGENDA. Il gestore di case di riposo e cliniche è oggetto di numerose voci su una possibile ricapitalizzazione. La Caisse des Dépôts lo nega fermamente.
La voce circola a Parigi da diverse settimane: nonostante una ricapitalizzazione di quasi 4 miliardi di euro l’anno scorso, l’Emeis, ex Orpéa, si trova di nuovo in una situazione finanziaria critica.
Mancherebbero ancora 1,5 miliardi di euro per risarcire le perdite di un gruppo sovraindebitato fino a quasi 5 miliardi e che ha visto crollare il tasso di occupazione dopo la pubblicazione del best-seller IL Becchiniil libro incisivo di Victor Castanet che denunciava i maltrattamenti interni e la gestione folle dell’ex dirigenza.
Chiamate in aiuto per salvare il gestore di case di riposo e cliniche, «la Caisse des Dépôts e la Maif (rispettivamente primo e secondo azionista di Emeis, ndr) dovranno rimettersi nel piatto», dice una fonte molto ben informata. a BFM Business, che evidenzia gravi difficoltà organizzative interne, con partenze a cascata, come quella a inizio settembre del direttore finanziario o più recentemente l’uscita del direttore operativo.
“Nessuna ristrutturazione significativa”
La stessa fonte denuncia una nuova dirigenza proveniente dai grandi gruppi francesi – Suez, Orange…, dall’Eliseo o dall’ispettorato finanziario per alcuni, ma nel complesso senza competenze in termini di gestione degli anziani.
Critiche respinte dalla Caisse des Dépôts, che sottolinea invece “l’ottimo lavoro” di recupero svolto negli ultimi due anni dall’équipe del nuovo direttore generale, Laurent Guillot, “in condizioni complicate, anche se sono non specialisti in età avanzata.
Quanto ad una possibile ricapitalizzazione dell’ex leader delle case di riposo, il CDC fornisce una smentita formale. “Non entreremo in una fase di ristrutturazione significativa”, afferma un dirigente della Caisse. Il fabbisogno sarà finanziato con “cessioni di beni immobiliari” e “una rifocalizzazione delle attività in Europa o addirittura in Francia” per risanare i conti.
“Abbiamo un valore che utilizzeremo per superare l’attuale crisi”, aggiunge la stessa fonte.
Una crisi destinata a continuare. Forse fino al 2028-2029, anni durante i quali il settore si aspetta un’esplosione della domanda di case di cura. “Dobbiamo resistere fino ad allora”, viene detto al CDC. Quattro o cinque anni comunque…