Mercoledì il presidente della Banca centrale tedesca ha invitato ad allentare il “freno al debito” per rilanciare l'economia del paese, unendosi al campo sempre più numeroso dei sostenitori della riforma delle regole di bilancio.
Concedere maggiore flessibilità di bilancio allo Stato per riprendere la crescita è un “approccio molto interessante”, ha giudicato Joachim Nagel in un'intervista al quotidiano britannico Financial Times.
“Possiamo valutare l'opportunità di distinguere tra consumi e investimenti, in modo da avere più spazio di manovra” per modernizzare le vecchie infrastrutture tedesche, ha affermato il capo della Bundesbank.
Istituito nel 2009 dalla conservatrice CDU, il “freno al debito” tedesco vieta al governo di prendere in prestito più dello 0,35% del suo PIL ogni anno.
Sostenuto dai liberali e criticato dal centrosinistra, questo provvedimento costituzionale ha portato in parte all'implosione della coalizione di governo a novembre.
Ora anche la CDU, come molti economisti, è favorevole a una riforma moderata di questo strumento, che richiederebbe il sostegno di due terzi dei voti in Parlamento.
“L’esperienza passata dimostra che quando la Germania soffre, tutto cambia”, assicura Joachim Nagel.
Appesantita dalla crisi del suo settore, la Germania si avvia verso un secondo anno consecutivo di recessione, con un calo del prodotto interno lordo previsto allo 0,2% nel 2024, secondo le previsioni del governo.
Gli aumenti dei dazi doganali promessi da Donald Trump per il suo ritorno alla Casa Bianca potrebbero costare alla Germania l'1% del suo prodotto interno lordo, aveva avvertito Nagel a novembre.
E le prospettive per il 2025 si fanno sempre più cupe: l’Ocse prevede ora una crescita del Pil dello 0,7%, una revisione al ribasso di 0,3 punti rispetto alle stime di settembre.
I “Saggi” tedeschi, un consiglio di cinque economisti, suggeriscono una “riforma moderata” del freno al debito per rilanciare gli investimenti pubblici nei trasporti, nell'istruzione e nella difesa.
Nel dettaglio, raccomandano di innalzare il limite del disavanzo pubblico annuo allo 0,5% se il rapporto debito/Pil resta inferiore al 90% del Pil, o addirittura all'1% in caso di debito inferiore al 60% del Pil.
Con un debito pari al 63% del Pil nel 2024, la Germania è una brava studentessa della zona euro.
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