Diversi fattori stimoleranno la futura crescita in Svizzera, a cominciare dal calo dell’inflazione, spiega l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) nel suo rapporto pubblicato mercoledì. L’inflazione è scesa allo 0,6% in ottobre, rispetto allo 0,8% di settembre e all’1,1% di agosto. Si prevede che rimarrà vicino all’1% nel 2025 e nel 2026. Le tensioni geopolitiche potrebbero, tuttavia, far salire i prezzi delle materie prime e far aumentare l’inflazione oltre le proiezioni attuali.
Secondo l’OCSE, anche le prospettive occupazionali positive sosterranno la crescita. Il mercato del lavoro dovrebbe rimanere dinamico, nonostante il recente calo. Si prevede che il tasso di disoccupazione aumenterà dal 4,1% nel 2024 al 4% nel 2025 e nel 2026. La carenza di manodopera è elevata rispetto al livello normale e colpisce in particolare i settori della sanità, dell’ingegneria e dell’informatica.
L’OCSE prevede che l’allentamento monetario continui nel 2025, poiché il calo dell’inflazione accelera. E ricordare che la Banca nazionale svizzera (BNS) ha ridotto il tasso di riferimento di 25 punti base per portarlo all’1% nel settembre 2024. L’OCSE stima che dovrebbe abbassarlo nuovamente per portarlo allo 0,75% prima della fine dell’anno, per poi operare un’altra riduzione all’inizio del 2025 che lo riporterà allo 0,5%.
La politica fiscale rimarrà complessivamente neutrale nei prossimi due anni, afferma il rapporto. Le spese eccezionali verranno gradualmente eliminate. Fino al 2025, si prevede che l’aumento delle entrate correnti sarà significativamente più rapido di quello delle spese correnti, nonostante l’accelerazione della crescita della spesa per la difesa. Si prevede che il debito pubblico si attesterà al 39,1% del PIL nel 2024 e diminuirà gradualmente fino a raggiungere il 38,6% del PIL nel 2026.
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