Economiesuisse taglia le sue proiezioni di inflazione per il 2024 e il 2025

Economiesuisse taglia le sue proiezioni di inflazione per il 2024 e il 2025
Economiesuisse taglia le sue proiezioni di inflazione per il 2024 e il 2025
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La Federazione delle imprese svizzere mantiene invece le sue previsioni sulla crescita economica del Paese sia per il 2024 che per il 2025.

Economiesuisse mercoledì ha rivisto significativamente al ribasso le sue stime sull’inflazione per l’anno che sta finendo, come per quello successivo, rispetto a quelle formulate a giugno. La Federazione delle imprese svizzere mantiene invece le sue previsioni sulla crescita economica del Paese sia per il 2024 che per il 2025.

Le proiezioni di inflazione per l’anno in corso sono state ridotte all’1,3%, dall’1,7%, e per il prossimo anno allo 0,8%, dall’1,4%. Secondo gli autori del rapporto biennale, il prodotto interno lordo (PIL) si avvia verso una crescita dell’1,1% nel 2024, che dovrebbe successivamente accelerare verso l’1,4%.

L’aumento delle sfide per l’industria delle esportazioni non influenzerà allo stesso modo tutti i settori. “L’industria farmaceutica e quella dei prodotti medici, meno esposta alle fluttuazioni economiche, registreranno una crescita stabile”, osserva Rudolf Minsch, capo economista dell’organizzazione dei datori di lavoro e responsabile della pubblicazione. L’esperto è più riservato ai settori dei macchinari e dell’orologeria, sottolineando la depressione sugli importanti sbocchi rispettivamente di Cina e Germania.

La relativa debolezza dell’inflazione e dell’indebitamento in Svizzera, così come i differenziali dei tassi di interesse sui prestiti denominati in franchi rispetto a quelli in euro o dollari, suggeriscono un continuo apprezzamento della valuta nazionale. Gli esportatori dovranno probabilmente fare i conti anche con le barriere commerciali promesse dal presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, nonché con le non meno probabili misure di ritorsione che altri paesi adotteranno.

Le esportazioni di servizi, dal canto loro, stanno andando bene e l’economia interna può contare su consumi stabili, alimentati dall’aumento dei salari e da un basso tasso di posti vacanti. Le prospettive occupazionali sono appena più pessimistiche rispetto a sei mesi fa, con il tasso di disoccupazione aumentato di dieci punti base, al 2,4% per il 2024 e al 2,6% per il 2025.

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