“La disuguaglianza fiscale alimenta la sfiducia nelle istituzioni”

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Gabriel Zucman, direttore dell’Osservatorio fiscale europeo, durante una conferenza stampa presso la Commissione europea, a Bruxelles, il 1 giugno 2021. CHRISTOPHE LICOPPE / CE

In tutto il mondo, gli ultra-ricchi sfuggono in gran parte alle tasse, e questa ingiustizia fiscale alimenta la sfiducia nelle istituzioni, spiega Gabriel Zucman, direttore dell’Osservatorio fiscale europeo. In un rapporto commissionato dal Brasile, che quest’anno presiede il G20, l’economista raccomanda l’istituzione di un’imposta globale sulla ricchezza, che potrebbe fruttare agli Stati 250 miliardi di dollari (233 miliardi di euro) all’anno.

Il vostro rapporto evidenzia che i 3.000 miliardari del pianeta in gran parte sfuggono alle tasse. Come siamo arrivati ​​qui ?

Si tratta anzitutto del fallimento dell’imposta sul reddito, normalmente la pietra angolare della progressività fiscale. Per le persone con una ricchezza elevata, è facile strutturare la propria ricchezza in modo tale da generare poco reddito imponibile. La portata del fenomeno è stata a lungo ignorata, ma diversi studi recenti hanno permesso di quantificarla: l’elusione delle imposte sul reddito da parte delle persone più ricche è massiccia e sistematica.

Oggi, l’unica tassa che colpisce davvero i miliardari è l’imposta sulle società, che pagano attraverso le società che possiedono. Ma l’aliquota di questa tassa è diminuita significativamente negli ultimi decenni, a causa della corsa al ribasso tra gli stati e della delocalizzazione dei profitti verso i paradisi fiscali.

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Risultato: sommando tutte le tasse, i contributi obbligatori pagati dai miliardari sono crollati. Il caso degli Stati Uniti è sorprendente. Negli anni ’50 i miliardari americani pagavano più del 50% del loro reddito in tasse. Oggi il loro tasso è intorno al 20%.

Quali furono le conseguenze?

Questi sviluppi fiscali hanno contribuito all’esplosione della ricchezza miliardaria. Nel 1987 rappresentava l’equivalente del 3% del prodotto interno lordo mondiale. Oggi raggiunge il 14%. Tuttavia, quasi la metà di questa crescita deriva dalla minore tassazione, che ha permesso loro di accumulare più ricchezza, attraverso un effetto valanga. La ricchezza dei miliardari è quindi aumentata del 7,1% all’anno dal 1987 (al netto dell’inflazione), quando quella per adulto è aumentata solo del 3% all’anno in media a livello globale.

Questo arricchimento di miliardari ha portato benefici al resto dell’economia, attraverso il cosiddetto effetto “trickle down”?

Consideriamo gli Stati Uniti, il paese che ha fatto il tentativo più ampio di testare questa teoria del trickle-down. Nel 1980, quando Ronald Reagan vinse le elezioni presidenziali, l’aliquota fiscale marginale massima sul reddito era del 70%, la più alta nei paesi industrializzati. Nel 1986 scese al 28%, il livello più basso tra i paesi industrializzati.

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