Giovedì l'Assemblea nazionale ha adottato un'imposta sui superdividendi delle grandi imprese. I deputati di sinistra hanno continuato a rimodellare il bilancio statale, talvolta con i voti del Raggruppamento Nazionale, in un emiciclo abbandonato dal campo governativo.
Questa addizionale riguarda le società che realizzano un fatturato pari o superiore a un miliardo di euro e che distribuiscono dividendi superiori del 20% alla media dei dividendi distribuiti negli ultimi cinque anni. La frazione che eccede questo 20% viene poi tassata al 5%. Secondo i socialisti, questa tassa colpisce “le grandi imprese che hanno beneficiato del susseguirsi delle crisi” e hanno continuato a “pagare dividendi a livelli record”, citando in particolare “BNP Paribas, Sanofi, Axa, LVMH o Total”.
Aggiunte di voti di sinistra e RN
Questi emendamenti socialisti, ribelli, comunisti e ambientalisti sono stati ampiamente adottati (145 voti favorevoli, 37 contrari) grazie alla somma dei voti della sinistra e della RN e di quelli contrari del campo governativo.
I super-dividendi “servono solo a gonfiare le bolle finanziarie e ad arricchire pochi”, ha difeso il deputato della LFI Aurélien Le Coq durante i dibattiti. Il deputato macronista Pierre Cazeneuve ha deplorato una misura che potrebbe penalizzare gli azionisti e le imprese francesi in un sistema globalizzato. Le aziende “pagheranno più dividendi per garantire lo stesso rendimento ai propri azionisti e quindi investiranno meno”, producendo “l'esatto contrario”, ha inoltre sostenuto.
Parere sfavorevole del relatore
Il relatore al bilancio Charles de Courson ha espresso parere sfavorevole, sostenendo che una misura simile adottata nel 2017 era stata cancellata soprattutto dopo un ricorso alla Corte di giustizia europea: “Questi emendamenti sono euroincompatibili, possiamo rammaricarci” ma “se votate per it, la stessa cosa accadrà di nuovo.
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In precedenza i deputati avevano adottato un emendamento della LFI volto a subordinare il pagamento del credito d'imposta sulla ricerca (CIR) al divieto per un'impresa di delocalizzare le proprie attività per dieci anni. Hanno inoltre convalidato una serie di misure fiscali che incoraggiano le imprese agricole ad adottare sistemi operativi più sostenibili.