La Francia, presa dai suoi deficit, vede il suo rating sovrano abbassato da S&P

La Francia, presa dai suoi deficit, vede il suo rating sovrano abbassato da S&P
La Francia, presa dai suoi deficit, vede il suo rating sovrano abbassato da S&P
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Il ministro delle Finanze francese Bruno Le-Maire il 17 aprile 2024 a Washington.

AFP

Nove giorni prima delle elezioni europee, la Francia ha subito venerdì il primo declassamento del suo rating sovrano da parte di S&P dal 2013, l’agenzia di rating che sancisce i deficit pubblici del paese e non crede in questa fase al risanamento dei conti promesso alla fine della presidenza Il mandato di Emmanuel Macron nel 2027. Il rating è passato dal terzo livello “AA” al quarto “AA-“.

“Il peggioramento riflette la nostra proiezione secondo cui, contrariamente alle nostre precedenti aspettative, il debito pubblico francese in proporzione al PIL (Prodotto Interno Lordo, ndr) aumenterà a causa di deficit maggiori del previsto nel 2023-2027”, ha giustificato la società americana in un’analisi accompagna la nota, ricordando che il deficit pubblico francese era stato nel 2023 “significativamente superiore a quanto avevamo previsto”.

S&P non ritiene che il deficit verrà ridotto al 3% del PIL nel 2027, come prevede il governo, e prevede addirittura il 3,5% entro quella data.

Il rischio di un declassamento del rating sovrano incombeva da diversi trimestri, con il precedente rating “AA” accompagnato da un “outlook negativo” da dicembre 2022. Questa valutazione giudica la capacità di un paese di pagare i propri debiti.

Salvare l’economia

Il governo ha reagito attraverso il ministro dell’Economia e delle Finanze Bruno Le Maire affermando che la spesa e l’aumento del deficit dopo il Covid hanno permesso di salvare l’economia francese.

“La nostra strategia rimane la stessa: reindustrializzare, raggiungere la piena occupazione e mantenere la traiettoria per tornare al di sotto del deficit del 3% nel 2027”, ha dichiarato Bruno Le Maire in un’intervista al quotidiano Le Parisien, assicurando che nulla cambierà nella vita quotidiana dei cittadini. il francese.

Ma i suoi oppositori hanno criticato la politica del governo. “Ecco dove ci porta la pietosa gestione delle finanze pubbliche del duo Macron/Le Maire!”, ha scritto su X Éric Ciotti, presidente dei repubblicani (conservatori).

Per il presidente della commissione finanze dell’Assemblea nazionale Éric Coquerel, del partito della sinistra radicale La France insoumise, “non vi è tuttavia alcun dubbio che il governo userà questa decisione per giustificare ulteriori tagli al bilancio”.

E la leader dell’estrema destra Marine Le Pen (Raggruppamento Nazionale) ha denunciato “la gestione catastrofica delle finanze pubbliche da parte di governi tanto incompetenti quanto arroganti”.

“Legittimo”

La decisione di S&P “sembra legittima” per l’economista di Rexecode Charles-Henri Colombier, contattato dall’AFP. Si tratta senza dubbio di un “duro colpo per il governo a una settimana dalle elezioni europee”, ha aggiunto.

La Francia esce ora dal gruppo composto soprattutto da Belgio e Regno Unito, ma resta con una valutazione migliore rispetto a Spagna e Italia.

La tesi di S&P è stata ripresa dal ministro dei conti pubblici Thomas Cazenave in una dichiarazione inviata all’AFP. Secondo lui, “questa revisione del rating del debito francese da parte di S&P non fa che riflettere un imperativo che già conosciamo: quello di continuare a risanare le nostre finanze pubbliche”.

Il rischio insito in un downgrade è un movimento di sfiducia degli investitori e un aumento dell’onere del debito. Con una doppia A seguita addirittura da un segno meno, la capacità della Francia di onorare le scadenze del proprio debito rimane “molto forte” secondo i criteri dell’agenzia di rating.

Nella sua precedente analisi dell’economia francese di dicembre, S&P aveva avvertito la Francia che avrebbe potuto rischiare un downgrade se avesse ridotto i deficit troppo lentamente per ridurre il debito, o se gli interessi passivi fossero aumentati oltre il 5% delle entrate della pubblica amministrazione.

Lo slittamento a sorpresa del disavanzo pubblico per il 2023 da quando annunciato dal governo, al 5,5% del PIL, invece del 4,9% previsto, non ha giocato a suo favore, nonostante una serie di misure che, secondo lui, permetterebbero per rimettersi in carreggiata.

S&P valuta la Francia dal 1975. È la prima agenzia ad aver ritirato nel 2012 la sua emblematica “tripla A” alla Francia, il miglior rating possibile e simbolo di un’eccellente gestione, di cui beneficia ancora una piccola cerchia come quella tedesca e australiana.

Ad aprile le altre due principali agenzie internazionali, Moody’s e Fitch, non hanno abbassato il rating francese. Il primo valuta la Francia “Aa2”, l’equivalente di un “AA” per S&P, il secondo è già nella fase “AA-” dall’aprile 2023.

(AFP)

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