WhatsApp: come una falla consente ai governi di sapere a chi invii messaggi

WhatsApp: come una falla consente ai governi di sapere a chi invii messaggi
WhatsApp: come una falla consente ai governi di sapere a chi invii messaggi
-

l’essenziale
Una vulnerabilità nel sistema di crittografia di WhatsApp consente ai governi di sapere a chi un individuo sta inviando messaggi. Che usi potrebbero farne? Reagisce Meta, la società madre del servizio di messaggistica digitale e teoricamente molto protetto.

“La privacy e la sicurezza sono nei nostri geni”, afferma il centro assistenza della messaggistica di WhatsApp. “Solo tu e la persona con cui stai comunicando potete leggere o ascoltare ciò che viene inviato.” Un’affermazione del tutto vera. Il contenuto dei messaggi inviati dai 2 miliardi di utenti di WhatsApp in tutto il mondo è crittografato e può essere letto solo dal mittente e dal destinatario.

Crittografia potente che non impedisce ai governi di sapere quali utenti comunicano tra loro e a quali gruppi appartengono. È quanto rivela una lunga inchiesta del media americano The Intercept. La tecnica utilizzata è l'”analisi del traffico”, una tecnica di sorveglianza “vecchia di decenni”.

The Intercept spiega che i servizi di intelligence possono smascherare gli utenti di WhatsApp tracciando il loro indirizzo IP (il numero univoco assegnato a ciascun dispositivo utilizzato per connettersi a Internet) sul loro account Internet o presso il fornitore di servizi mobili. Sarebbe anche possibile, se gli utenti chattano sulla stessa rete e nello stesso paese, avere eventualmente accesso alla loro posizione.

Israele nel mirino?

Per la stragrande maggioranza degli utenti WhatsApp non c’è nulla di cui preoccuparsi. Ma i dipendenti di Meta, la società madre di WhatsApp, sono preoccupati per l’uso che l’esercito israeliano potrebbe farne nella lotta al terrorismo e temono che la vita dei palestinesi possa essere messa in pericolo.

La rivista di notizie online israeliana +972 ha rivelato il mese scorso che l’esercito israeliano utilizza un software chiamato Lavender, destinato a estrarre dati dai 2,3 milioni di residenti della Striscia di Gaza. L’algoritmo di Lavanda assegna un punteggio da 1 a 100 a ciascuna persona. Un individuo sospetto avrà un rating elevato e “diventerà automaticamente un potenziale bersaglio di un omicidio”, assicurano i media +972. Sempre secondo i media israeliani, l’uso di WhatsApp fa parte della moltitudine di caratteristiche personali che utilizza l’esercito israeliano.

Meta difende la sicurezza di WhatsApp

Chiesto da Il guardianol’esercito israeliano assicura che Lavender è un semplice database per incrociare le fonti di intelligence e che non utilizza l’intelligenza artificiale per “prevedere se una persona è un terrorista”.

Da parte sua Meta, società madre di Facebook, Instagram e WhatsApp, assicura di non avere “nessuna prova di vulnerabilità nel funzionamento di WhatsApp” e sta lavorando per “rafforzare ulteriormente i nostri sistemi contro eventuali minacce future”. Parole rassicuranti destinate anche a tutelare il colosso quotato dei social media.

-

NEXT Bandi da non perdere a giugno 2024