De Beers perde il suo splendore, oppure quando i diamanti non sembrano più eterni

De Beers perde il suo splendore, oppure quando i diamanti non sembrano più eterni
De Beers perde il suo splendore, oppure quando i diamanti non sembrano più eterni
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Scommetti su altre prospettive di crescita

I diamanti alimentano l’immaginario del lusso e restano associati agli anelli di fidanzamento o ad altri gioielli reali, ma Anglo American scommette su prospettive di crescita più sicure volendo puntare sui meno glamour ferro e rame, i cui prezzi ultimamente sono volati via.

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Quando il progetto è stato annunciato, l’amministratore delegato di De Beers, Al Cook, ha promesso in un comunicato stampa di impegnarsi in una nuova strategia, dicendosi “convinto che l’azienda rimarrà leader nel settore dei diamanti per il secolo a venire”. Ma secondo gli esperti del settore intervistati dall’AFP, la decisione di Anglo American riflette un mercato dei diamanti che deve far fronte alla concorrenza del settore delle pietre lavorate in laboratorio e ad un rallentamento dei consumi, soprattutto in Cina.

Prezzi in calo e volatilità insolita

Secondo l’esperto indipendente statunitense Paul Zimnisky, i prezzi dei diamanti sono scesi dal 25% al ​​30% dall’inizio del 2022. E “la domanda ha visto una volatilità molto insolita negli ultimi quattro anni”, ha spiegato all’AFP. I diamanti hanno resistito al rallentamento economico globale legato alla crisi del Covid meglio di altri prodotti di lusso, ma il settore non si è ripreso così rapidamente dopo la pandemia.

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Una delle cause principali è l’aumento dei diamanti di laboratorio, alternative molto meno costose alle pietre preziose estratte da De Beers. Le gemme sintetiche hanno scosso il mercato negli ultimi anni, soprattutto perché le miniere tradizionali diventano sempre più costose da sfruttare. “I gioielli con diamanti da laboratorio rappresentavano meno dell’1% del mercato globale dieci anni fa”, ricorda Paul Zimnisky. “Oggi pesano più del 20%, con i consumatori attratti da prezzi molto più bassi” inferiori fino al 90% rispetto a quelli di un diamante naturale comparabile.

La Cina ama meno i diamanti

Un altro fattore è l’indebolimento della domanda in Cina, il secondo maggior consumatore di diamanti dopo gli Stati Uniti, dove la spesa al consumo non si è ripresa dopo la pandemia. Ma per Edahn Golan, consulente nel settore dei diamanti, la Anglo American potrebbe mancare di lungimiranza lasciando andare De Beers.

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Secondo lui, i consumatori americani vedono i diamanti sintetici come un prodotto entry-level più accessibile, ma aspirano comunque all’acquisto in definitiva diamanti naturali.

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