Elezioni presidenziali americane: insulti, tensioni… cosa ricordare del primo dibattito tra Joe Biden e Donald Trump

Elezioni presidenziali americane: insulti, tensioni… cosa ricordare del primo dibattito tra Joe Biden e Donald Trump
Elezioni presidenziali americane: insulti, tensioni… cosa ricordare del primo dibattito tra Joe Biden e Donald Trump
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Il presidente americano Joe Biden e il suo predecessore repubblicano Donald Trump si sono affrontati questo giovedì 27 durante il primo dibattito per le elezioni presidenziali americane.

Con la sua sicurezza e nonostante le sue tante bugie, Donald Trump ha dominato il primo dibattito delle elezioni presidenziali americane di giovedì 27 giugno, di fronte a un Joe Biden offensivo nella sostanza, ma molto confuso nella forma.

Il presidente 81enne, che aveva chiesto che questo incontro faccia a faccia con il suo predecessore repubblicano si svolgesse all’inizio della campagna elettorale, ha perso un’occasione cruciale per rassicurare milioni di americani davanti ai loro schermi sulla sua vitalità e salute. Sul palco, il leader democratico è apparso spesso confuso, usando mezzi termini e confondendosi più di una volta.

Esagerazioni e falsità

Donald Trump, condannato in un procedimento penale a fine maggio, ha in gran parte imposto il suo stile, moltiplicando esagerazioni e falsità, soprattutto sul tema dell’immigrazione, senza l’intervento dei due giornalisti della CNN che hanno condotto la serata.

In particolare, l’ex presidente, che non ha mai riconosciuto la sconfitta contro Joe Biden nel 2020, non si è impegnato durante lo spettacolo a riconoscere incondizionatamente il risultato del suo duello contro il democratico del 5 novembre.

Inoltre si è sollevato ancora una volta da ogni responsabilità per l’attacco compiuto dai suoi sostenitori contro il Congresso a Washington il 6 gennaio 2021.

“Sicuramente un disastro”

In sostanza i candidati hanno discusso a lungo le questioni dell’inflazione, dell’immigrazione e del sostegno all’Ucraina.

Joe Biden, spesso con la voce rauca davanti alle telecamere della CNN (il suo campo indicava che aveva il raffreddore) ha attaccato un argomento che sa essere delicato per il miliardario, rimproverandolo per il suo gesto “terribile” contro il diritto all’aborto. Ha anche accusato Donald Trump di “mentire” affermando che l’immigrazione clandestina stava provocando un’impennata della criminalità.

I due candidati, che si piacciono poco e non ne fanno mistero, non si sono stretti la mano né all’inizio né alla fine del dibattito. Ognuno di loro si riferiva all’altro come al peggior presidente della storia americana. Joe Biden ha chiamato il suo predecessore “perdere” e di “lamentosa”. Donald Trump, dal canto suo, ha ritenuto che l’inquilino della Casa Bianca fosse un “disastro”.

Da quando le campagne presidenziali americane entrarono nell’era televisiva più di 60 anni fa con il dibattito tra John F. Kennedy e Richard Nixon, la forma contava tanto quanto la sostanza. “Penso che abbiamo fatto bene.”ha dato un’occhiata al democratico durante una sosta in un ristorante della Georgia dopo lo spettacolo, dicendo che lo è “difficile discutere con un bugiardo”.

Secondo un sondaggio condotto tra i telespettatori della CNN, il verdetto è chiaro: due terzi di loro hanno ritenuto che Donald Trump avesse vinto la partita. Reazioni angosciate e inviti al ritiro da parte di democratici anonimi si sono diffusi sulla stampa non appena il dibattito si è concluso.

“La prestazione di Joe Biden durante il dibattito è stata deludente, non c’è altro modo di dirlo”ha riconosciuto Kate Bedingfield, ex direttrice delle comunicazioni della Casa Bianca durante i suoi primi anni in carica. “È stato sicuramente un disastro.”ha stimato il politologo Larry Sabato all’AFP.

Inviata per cercare di spegnere l’incendio, la vicepresidente americana Kamala Harris ha ammesso che Joe Biden lo era stato “inizio lento” ma quello l’aveva “finito alla grande”.

Girando in campagna

La repubblicana Nikki Haley, ex rivale di Donald Trump alle primarie e i cui voti sono particolarmente ricercati da entrambi i candidati, è arrivata al punto di suggerire che Joe Biden non sarebbe il candidato democratico alle elezioni, esortando i repubblicani a farlo. “state in guardia”.

Uno scenario del genere è infatti estremamente improbabile e Joe Biden, salvo grosse sorprese, dovrebbe essere nominato dal suo partito per le elezioni presidenziali di novembre durante la convention democratica di Chicago a metà agosto.

La performance deludente di Joe Biden segna molto probabilmente un punto di svolta in una campagna che finora è stata estremamente serrata: i due candidati sono testa a testa in stati che potrebbero far oscillare le elezioni.

Tuttavia, è molto difficile dire se il dibattito cambierà radicalmente le linee, in un Paese dove la polarizzazione politica è estrema.

La posta in gioco non è meno enorme: se uno dei due candidati riuscisse ad attirare qualche elettore indipendente, ciò potrebbe bastare per dargli un vantaggio a novembre, quando le elezioni si preannunciano vicine.

Sul voto pesa però un’altra grande incognita: tra due settimane, nel processo di New York, Donald Trump dovrebbe essere condannato. L’ex presidente repubblicano rischia teoricamente il carcere in questo caso, anche se lo scenario sembra molto improbabile.

Anche la Corte Suprema degli Stati Uniti, in gran parte revisionata dall’ex magnate immobiliare, dovrà decidere presto se Donald Trump gode dell’immunità penale per ottenere l’annullamento del procedimento contro di lui per i suoi tentativi di ribaltare illegalmente i risultati delle presidenziali del 2020. Il suo destino potrebbe essere deciso già venerdì.

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