Francia – Mondo – Caso Ghosn: Rachida Dati chiederà martedì ai tribunali di far cadere le accuse

Francia – Mondo – Caso Ghosn: Rachida Dati chiederà martedì ai tribunali di far cadere le accuse
Francia – Mondo – Caso Ghosn: Rachida Dati chiederà martedì ai tribunali di far cadere le accuse
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Martedì, la ministra della Cultura Rachida Dati chiede nuovamente alla Corte d’appello di Parigi di archiviare il procedimento contro di lei dal 2021 nella causa sui contratti stipulati con una filiale di Renault-Nissan, quando Carlos Ghosn era amministratore delegato.

La Camera d’inchiesta della Corte d’appello di Parigi è investita di due richieste di Rachida Dati, ha indicato una fonte giudiziaria.

Il primo per ricordare i termini di prescrizione dei fatti contestati, il secondo per concedere a Rachida Dati lo status più favorevole di testimone assistito, secondo questa fonte.

Gli avvocati del ministro, Olivier Baratelli e Olivier Pardi, hanno detto all’AFP che verrà esaminata solo la prescrizione dei fatti.

“Tutto è prescritto, rigorosamente prescritto, da anni”stimano.

Entrambi gli avvocati sostengono “la scoperta di nuovi, fondamentali elementi che attestano che più di quaranta dirigenti di Renault, Nissan e dell’alleanza Renault-Nissan (rappresentata dalla controllata olandese RNBV, ndr), erano chiaramente informati della missione di avvocato di Rachida Dati, la sua realtà , i suoi servizi e l’importo degli onorari”.

Il termine di prescrizione – tre anni all’epoca – decorrerebbe quindi al momento della firma dell’accordo tra RNBV e Dati nel 2009 e non nel 2019 con la denuncia di un azionista Renault.

“D’altronde, i responsabili del Parlamento Europeo affermano, in maniera coerente, che non è mai stato chiesto loro alcun intervento a vantaggio dell’Alleanza e ancor meno della Renault”. Aggiungono i signori Pardo e Baratelli.

I difensori avevano già fatto ricorso alla Camera di Istruttoria per la prescrizione dei fatti, invano.

L’ex ministro della Giustizia ed ex sindaco di LR del 7° arrondissement di Parigi è incriminato dal luglio 2021 per “corruzione e traffico d’influenza passivo da parte di un soggetto investito di un pubblico mandato elettivo”.

I sospetti riguardano i 900mila euro che la RNBV le ha versato tra il 2010 e il 2012, mentre era avvocato e deputata europea (2009-2019).

Le indagini miravano a verificare se l’accordo sugli onorari avrebbe potuto essere utilizzato per mascherare un’attività di lobbying vietata a qualsiasi funzionario eletto al Parlamento europeo.

Carlos Ghosn è oggetto di un mandato d’arresto internazionale in questo caso dall’aprile 2023: l’ex grande capo non si è presentato alla citazione in vista di un possibile rinvio a giudizio per corruzione nel maggio 2022.

Sia Dati che Ghosn negano ogni irregolarità.

Le indagini, iniziate nel luglio 2019, si sono concluse nel settembre 2023.

La Procura nazionale delle finanze (PNF) dovrà presto raccogliere le sue richieste, poi il gip ordinerà o meno un processo davanti al tribunale penale di Parigi.

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