L’ONU parla addirittura di una piaga su scala globale. In Quebec, il Regolamento per il recupero e la valorizzazione da parte delle aziende, nel 2011. Le aziende devono recuperare le apparecchiature informatiche che producono o ci vendono e smaltirle correttamente.
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L’Associazione per il Riciclaggio dei Prodotti Elettronici (ARPE) è l’organizzazione ufficiale incaricata da RECY-Québec di raggiungere questo obiettivo, utilizzando le eco-tasse pagate dai consumatori, ovvero 17 milioni di dollari nel 2023. Tuttavia, secondo i dati più recenti dell’ARPE- Québec, metà degli obiettivi di ripresa non sono stati raggiunti l’anno scorso.
Le categorie che soffrono sono quelle quali computer, cellulari e sistemi audio e video portatili. Notiamo inoltre che tutti gli obiettivi sono stati abbassati del 10% rispetto al 2022. Ad esempio, nel 2022, il ministero prevedeva un tasso di recupero del 50% dei computer, nel 2023 questo scenderà al 40%.
“Abbiamo raggiunto tre obiettivi su sei per i quali i tassi di recupero sono stati superati. Ciò mi dice che i quebecchesi si stanno impegnando”, commenta Dominique Lévesque, direttore generale di ARPE-Québec. Spiega che è difficile, quasi impossibile, raggiungere tassi di recupero per prodotti elettronici che hanno un valore residuo come i computer che contengono componenti pregiati e che si possono trovare su un mercato considerato parallelo.
Altri piccoli ordigni semplicemente non verrebbero depositati nei punti di raccolta del programma “Serpuariani”.
Cancellata la sanzione di 23,3 milioni di dollari
Un punto di vista che diversi esperti non condividono, tra cui Mario Laquerre, ex direttore di RECYC-Québec, in carica quando il governo adottò il Regolamento per il recupero e la valorizzazione dei prodotti da parte delle imprese.
“Penso che non siamo abbastanza severi, perché non hanno mai raggiunto gli obiettivi dopo 12 anni”, si lamenta Mario Laquerre, che aggiunge che quando l’industria non raggiunge i suoi obiettivi di ripresa, dovrebbe pagare delle penalità.
Tuttavia, una recente modifica normativa ha trasformato le sanzioni in investimenti per migliorare il sistema.
“Quello che abbiamo appreso da un documento del Ministero dell’Ambiente è che sono state accumulate circa 23,3 milioni di dollari di multe e che sono state semplicemente cancellate”, lamenta Amélie Côté, specialista in materiali residui a Équiterre.
I due esperti ritengono che senza obblighi o sanzioni il settore sarà riluttante a fare di più.
Per maggiori dettagli si veda il resoconto di Marie-Claude Paradis-Desfossés nel video collegato al testo.