Richiesti due anni di carcere per un uomo processato per “occultamento di cadavere”

Richiesti due anni di carcere per un uomo processato per “occultamento di cadavere”
Richiesti due anni di carcere per un uomo processato per “occultamento di cadavere”
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23 anni dopo l’omicidio di un uomo a Villefranche-sur-Saône, il figlio del principale sospettato è stato processato martedì 8 ottobre per “occultamento di cadavere”. Suo padre sfugge al processo per prescrizione.

Martedì 8 ottobre è stata chiesta la pena massima di due anni di reclusione contro un quarantenne processato a Lione per “occultamento di cadavere”, 23 anni dopo l’omicidio commesso da suo padre nel 2001, all’origine del caso ma prescritto.

“Il mio sgomento non è nulla in confronto alla vostra rabbia, la mia emozione non è nulla in confronto al dolore che state vivendo”, ha dichiarato il pubblico ministero Alain Grellet, presentando “le scuse dell’istituzione giudiziaria” rivolgendosi alla famiglia in lacrime.

Un caso del 2001

Il processo risolve un caso irrisolto dalla storia caotica: Mohamed Abdelhadi è scomparso il 9 dicembre 2001 a Villefranche-sur-Saône (Rodano) all’età di 27 anni. Per anni la sua famiglia intensificò la ricerca senza alcun progresso. Il caso è ripreso nel 2015 quando una donna, vittima di violenza domestica, ha accusato tre dei suoi parenti, un padre e i suoi figli, di averla uccisa.

In custodia di polizia, il padre ha confessato di aver picchiato e accoltellato Mohamed Abdelhadi, a causa del furto di un giradischi, nell’ambito della dipendenza dalla droga. I due figli hanno confermato la scena e precisato che il corpo era stato nascosto e poi sepolto in un bosco dove è stato ritrovato nel 2016.

Il padre fu accusato di omicidio e imprigionato, il figlio maggiore per complicità e il minore per occultamento di cadavere. Ma l’avvocato del padre ha adito le vie legali, ritenendo che il termine di prescrizione, che allora era di 10 anni, fosse stato superato in mancanza di “atto interruttivo” nel procedimento.

Deliberata il 7 novembre

Nel 2008, la famiglia di Mohamed Abdelhadi ha presentato una denuncia per una “scomparsa inquietante”, ma i documenti sono scomparsi.

“Le vostre grida di avvertimento per quindici anni non hanno contato”, ha sostenuto David Metaxas, avvocato della parte civile.

L’imputato ha ammesso di aver aiutato il padre a nascondere il corpo del giovane nell’armadio della camera da letto del fratello, poi nella cantina della nonna paterna. “Ero paralizzato. Non potevo crederci. Stavo facendo quello che mi aveva chiesto di fare”, ha spiegato, dicendosi terrorizzato dal padre violento.

Il suo avvocato ha chiesto alla corte di accogliere l’alterazione del discernimento diagnosticata dai periti. Il giudizio è riservato fino al 7 novembre 2024.

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