cosa è cambiato dopo la riforma?

cosa è cambiato dopo la riforma?
cosa è cambiato dopo la riforma?
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Dfin dalla sua introduzione, l’attività di prestito titoli, disciplinata dalla legge n. 45-12 poi modificata dalla legge n. 83-20, ha svolto un ruolo chiave sui mercati finanziari offrendo agli investitori opportunità per migliorare le proprie prestazioni. Tuttavia, la mancanza di garanzie in alcune transazioni rappresentava un rischio significativo per i partecipanti al mercato.

Con la modifica della legge dell’agosto 2021, che ha introdotto l’obbligo di fornire garanzie per qualsiasi operazione di prestito titoli, è iniziata una nuova era per questa attività, caratterizzata da una regolamentazione meno lassista. Il prestito di titoli consente al prestatore di trasferire la piena proprietà dei titoli a un mutuatario, che accetta di restituirli dietro compenso. Questo strumento di mercato offre una grande flessibilità agli investitori, in particolare agli investitori istituzionali e alle banche.

Tuttavia comporta diversi rischi, in particolare quello di controparte, dove una delle parti potrebbe non essere in grado di restituire i titoli o la garanzia promessa. Prima della modifica della legge 83-20, la maggior parte delle transazioni veniva conclusa senza garanzie, il che aumentava questi rischi, soprattutto nelle operazioni intragruppo, come tra banche e OICVM dello stesso gruppo finanziario. La modifica dell’agosto 2021 ha introdotto un requisito importante: l’obbligo di fornire una garanzia (collaterale) per ogni operazione di prestito titoli. Questo rafforzamento mira a tutelare i finanziatori, fornendo loro una copertura in caso di default delle controparti. La garanzia collaterale accettata comprende contanti, azioni quotate, buoni del Tesoro (BDT) e “Altri titoli”.

Tuttavia, la modifica prevede notevoli eccezioni, consentendo che alcune operazioni infragruppo e quelle effettuate dai market maker avvengano senza garanzie reali. “Prima della riforma, il mercato del prestito titoli sembrava un’area grigia. Alcune banche hanno utilizzato questo meccanismo per rifinanziarsi senza garanzie, e alcuni OICVM hanno gestito i propri coefficienti in completa discrezione. Ci siamo poi ritrovati con una leva finanziaria estrema e una totale opacità sui prezzi dei prestiti. Ricordo che tra la fine del 2014 e la fine del 2016 i prestiti non garantiti hanno dominato e reso vulnerabile il mercato. È proprio per rimediare a questi eccessi che è intervenuta la riforma», ricorda un professionista del mercato.

Un impatto tangibile sul mercato

La modifica ha trasformato radicalmente il mercato del prestito titoli. Nel 2023, le operazioni di prestito titoli hanno raggiunto un volume di 315 miliardi di dirham, in aumento del 4,6%. L’importo in essere di queste operazioni ha registrato un aumento significativo del 67% su base annua, con un volume di 34,3 miliardi di DH. Questa cifra riflette il rapido adattamento degli operatori alle nuove esigenze e dimostra la resilienza di questa attività, nonostante un quadro normativo più rigido. Anche la struttura dei prestiti si è evoluta. I buoni del Tesoro (BDT) rappresentano ora la maggioranza dei titoli prestati, al 97,76% nel 2023, rispetto al 96,13% nel 2022.

Questa sovrarappresentazione dei BDT evidenzia una crescente preferenza per garanzie sicure, in particolare in un contesto di maggiore regolamentazione. I titoli di debito privato, invece, hanno visto la loro quota ridursi all’1,67% nel 2023, in calo rispetto agli anni precedenti. “La riforma dell’agosto 2021 ha chiaramente fornito ulteriore sicurezza. L’obbligo di garanzia ha dato luogo ad una selezione più rigorosa delle transazioni e soprattutto non ha rallentato la dinamica del mercato, poiché l’importo in circolazione ammontava a 189 miliardi di dirham nel 2021 rispetto a 315 miliardi di dirham nel 2023», commenta la nostra fonte. Dalla parte dei principali attori del mercato, i finanziatori sono princostituito in prevalenza da OICR, con una quota di mercato che passa dall’84,85% nel 2022 all’82,23% nel 2023. Seguono le banche, che registrano un aumento, passando da una quota del 14,39% nel 2022 al 16,46% nel 2023. Dal lato dei mutuatari, le banche occupano la prima posizione nel 2023 e rappresentano il 43,3% del volume dei prestiti, contro il 34,68% nel 2022.

In seconda posizione si collocano gli OICVM, la cui quota è scesa dal 34,27% nel 2022 al 21,19% nel 2023. Le società non finanziarie hanno mantenuto la loro quota al 19,89% nel 2023 rispetto al 19,79% nel 2022. Ciò si spiega in particolare con la necessità di sicurezza e la necessità di rispettare nuovi obblighi di collateralizzazione. “Ritengo inoltre che le eccezioni previste per le operazioni infragruppo o con i market maker lascino una certa flessibilità, per mantenere la fluidità delle operazioni tra entità dello stesso gruppo, da qui l’aumento dell’operatività anche presso alcune banche”, precisa. Altro indicatore interessante è l’evoluzione della durata media dei prestiti BDT, passata da 2,1 settimane nel 2022 a 5,3 settimane nel 2023.

Un cambiamento che denota una preferenza per impegni più lunghi, che consentono una migliore ottimizzazione delle garanzie mobilitate. Risultati promettenti, ma vigilanza necessaria L’obbligo di garanzia ha quindi ridotto notevolmente i rischi per i creditori e reso il mercato più trasparente. Aumenta invece ancora la quota delle operazioni senza garanzie reali, dal 10,1% nel 2022 al 14,9% nel 2023, soprattutto grazie alle esenzioni previste dalla legge per alcune operazioni infragruppo o con market maker. Queste operazioni, anche se apparentemente meno rischiose, devono essere attentamente monitorate per evitare qualsiasi accumulo di rischio sistemico.

“Ricordo inoltre che nel mese di febbraio l’Autorità ha posto in consultazione pubblica uno schema di circolare volto a rendere operative le modifiche apportate alla legge 45-12. Questo progetto chiarisce le regole di funzionamento, i requisiti di approvazione per le piattaforme e anche i metodi di rendicontazione, il che contribuirà sicuramente a professionalizzare ulteriormente questo mercato», spiega il professionista della gestione patrimoniale. In definitiva, la modifica alla legge 83-20 ​​ha modificato profondamente l’attività di prestito titoli, rendendola più sicura, senza rallentarne la dinamica. Gli operatori del mercato sembrano essersi adattati rapidamente e i volumi scambiati mostrano un buon progresso. Tuttavia, in questo nuovo contesto in cui la sicurezza è rafforzata, resta necessaria la vigilanza per garantire che le eccezioni non creino nuovi rischi.

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