Gli stati membri dell’Unione Europea hanno confermato venerdì con il voto l’imposizione di dazi doganali sulle auto elettriche importate dalla Cina, nonostante l’opposizione dei tedeschi che temono una guerra commerciale con Pechino.
La Commissione europea ha ora mano libera per aggiungere all’imposta del 10% già in vigore una sovrattassa fino al 35% sui veicoli a batteria di fabbricazione cinese. Questi dazi compensativi dovrebbero entrare in vigore alla fine di ottobre.
L’obiettivo è ristabilire condizioni eque di concorrenza con i produttori accusati di beneficiare di ingenti sussidi pubblici. Si tratta di difendere l’industria automobilistica europea e i suoi circa 14 milioni di posti di lavoro dalle pratiche ritenute sleali individuate nel corso di una lunga indagine della Commissione.
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I paesi membri divisi
Il progetto fiscale ha ricevuto il sostegno di dieci Stati membri tra cui Francia, Italia e Polonia. Altri dodici si sono astenuti, tra cui Spagna e Svezia, che hanno comunque espresso la loro ostilità.
La Germania si è espressa contro, insieme ad altri quattro paesi (Ungheria, Slovacchia, Slovenia, Malta). Berlino teme che la disputa possa trasformarsi in una guerra commerciale con il colosso asiatico. Le sue ammiraglie BMW, Mercedes e Volkswagen, fortemente radicate nel più grande mercato automobilistico del mondo, temono di pagarne il prezzo.
Le divisioni all’interno dei 27 non hanno permesso di riunire la maggioranza qualificata necessaria (almeno 15 Stati membri che rappresentano il 65% della popolazione dell’UE) per approvare formalmente le soprattasse. Ma, in assenza di un voto chiaro in una direzione o nell’altra, l’esecutivo europeo potrà, come intende, applicare questi dazi doganali compensativi che si applicheranno anche ai modelli di gruppi non cinesi riuniti in Cina.
La Cina critica
Da parte sua, la Cina denuncia un approccio “protezionista”. Ha già risposto avviando indagini antidumping contro carne di maiale, prodotti lattiero-caseari e alcolici a base di vino importati dall’Europa, compreso il cognac.
Prosegue tuttavia il dialogo tra il commissario europeo Valdis Dombrovskis e il ministro cinese del Commercio Wang Wentao per cercare di trovare una soluzione negoziata al conflitto. In ogni momento le maggiorazioni potrebbero essere eliminate se tale soluzione permettesse di risarcire i danni individuati dall’indagine europea.
Tensioni commerciali
Questa scaramuccia si inserisce in un contesto più ampio di tensioni commerciali tra l’Occidente, guidato da Washington, e la Cina, accusata di distruggere la concorrenza in diversi altri settori come le turbine eoliche, i pannelli solari e persino le batterie.
Le misure europee, che vogliono essere basate sui fatti e rispettose delle regole dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC), differiscono tuttavia dall’approccio punitivo e più politico degli americani. Negli Stati Uniti, il presidente Joe Biden ha annunciato il 14 maggio un aumento dei dazi doganali sui veicoli elettrici cinesi al 100%, rispetto al 25% precedente.
ats/lia