Sicurezza informatica: nel 2023 la metà degli attacchi ha comportato la fuga di informazioni riservate

Sicurezza informatica: nel 2023 la metà degli attacchi ha comportato la fuga di informazioni riservate
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Un sondaggio condotto dallo specialista IT russo rivela che il numero di fughe di informazioni dalle organizzazioni è aumentato dal 47% nel 2022 al 56% nel 2023. L’11% degli attacchi ha preso di mira le credenziali.

La sicurezza dei dati è stata messa a dura prova nell’ultimo anno. Secondo uno studio della società informatica russa “Positive Technologies”, in tutto il mondo un attacco informatico su due andato a buon fine ha provocato la fuga di informazioni riservate. Lo studio intitolato “Current Cyber ​​​​Threats for Organizations: 2023 Results” mostra che il numero di fughe di informazioni da parte delle organizzazioni è aumentato dal 47% nel 2022 al 56% nel 2023.

Questo aumento si spiega tra l’altro con l’aumento della frequenza degli attacchi contro i sistemi di trasmissione dati sicuri, precisa “Positive Technologies”, rilevando che il 45% degli attacchi riusciti contro le organizzazioni nel 2023 si è concluso con il furto di dati personali, mentre il 19%. gli attacchi hanno provocato la fuga di informazioni aziendali riservate.

Inoltre, secondo lo studio, l’11% degli attacchi ha preso di mira le credenziali, mentre il 10% ha provocato il furto di dati medici. Le informazioni ottenute vengono utilizzate in diversi modi, con alcuni hacker che cercano di estorcere ingenti somme alle vittime minacciando di pubblicare i dati, continua lo studio, citando come esempio la richiesta di riscatto di 70 milioni di dollari inviata dagli hacker al produttore di chip taiwanese TSMC.

Secondo Irina Zinovkina, capo del gruppo di ricerca di Positive Technologies, i dati rubati possono essere utilizzati per ulteriori manipolazioni o ingegneria sociale. Quasi la metà degli attacchi riusciti sono stati effettuati con questo metodo e quasi sempre i truffatori hanno manipolato gli obiettivi tramite servizi di posta elettronica, ha spiegato.

Anche il fattore umano gioca un ruolo nella fuga di informazioni, rileva lo studio, citando il caso della polizia dell’Irlanda del Nord, quando i dati di 10.000 dipendenti furono erroneamente pubblicati online.

Sami Nemli con ispirazioni Agency/ECO

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