Esaurimento, sovraccarico di lavoro, molestie a scuola… Per l’OGBL, le condizioni di lavoro degli insegnanti sono peggiorate nel paese.
Davanti alla Camera dei Deputati, diverse decine di manifestanti (200 secondo l’OGBL) hanno partecipato ieri al picchetto di protesta per difendere la scuola pubblica. Stress, violenza, molestie, mancanza di comunicazione, inclusione mal attuata… Per l’OGBL, questa situazione che regna nelle scuole è sempre più “preoccupante”.
Di fronte a professori, insegnanti e membri dell’Educazione Nazionale, Joëlle Damé, presidente del sindacato Educazione e Scienze (SEW) dell’OGBL, ha parlato dei numerosi problemi presenti nelle scuole del Paese. Tra questi, il bullismo scolastico. “Oggi non esiste una procedura fissa e trasparente e nemmeno un’istituzione responsabile di indagare se vi siano molestie o meno”. Mancato riconoscimento della professione docente, attacchi nelle scuole… L’elenco delle rivendicazioni stilate dal sindacalista è lungo. Così, alla vigilia della Giornata internazionale dell’istruzione, ha voluto sfidare il ministro dell’Istruzione nazionale. “Vogliamo davvero che vengano messe in atto misure concrete e urgenti”, proclama.
Anche Sarah, insegnante di scienze al liceo, condivide questa affermazione. Oggi vuole che il sistema cambi per, dice, “il benessere di studenti e insegnanti”. Per lei uno dei temi caldi resta quello dell’inclusione. “È una grande idea, ma oggi non abbiamo i mezzi per soddisfare le esigenze di questi studenti. Questi mezzi, per esempio, sono avere psicologi o insegnanti che vengono alle lezioni”, spiega l’insegnante. Per lei la professione di insegnante sta diventando sempre più difficile. “Ci sentiamo frustrati, perché non possiamo assumere il ruolo di insegnante e assistente sociale”, si rammarica.
“Vorremmo fare meglio”
Anche Anna e Lisa, maestre d’asilo, vivono questa quotidianità a volte difficile. Anche per loro il modello dell’inclusione scolastica non funziona. “Spesso siamo soli e dobbiamo gestire anche i bisogni emotivi degli altri bambini”, confida Lisa. Esigenze che, peraltro, sono sempre più importanti. “Alcuni bambini non vedono spesso i loro genitori a causa del lavoro. Quindi hanno bisogno di noi, come una madre, ma non possiamo farlo. Tutto ciò porta a frustrazione e crisi in classe”, continua.
Lisa ammette che il suo lavoro ha un impatto sulla sua salute mentale e fisica. “Siamo molto frustrati, perché vorremmo fare meglio, ma con i mezzi che abbiamo è impossibile. Diremo che gli insegnanti si lamentano sempre, ma io spesso dico: « Vieni alla nostra lezione e vedrai« .» Anche il presidente del sindacato SEW dell’OGBL constata questo disagio sul lavoro. “Un sondaggio condotto dall’Università del Lussemburgo ha dimostrato che un terzo degli insegnanti è sull’orlo del burnout. Sul campo vediamo che, anche se la maggior parte di loro ama il proprio lavoro e il rapporto che ha con i bambini, molti ci dicono che non potranno fare questo lavoro per tutta la vita (…). Oggi gli alti salari e il numero delle ferie non bastano più, perché le condizioni di apprendimento sono peggiorate”.