Strano tesoro // Di JT Mollner. Con Willa Fitzgerald, Kyle Gallner e Barbara Hershey.
Strano tesorol’ultimo film scritto e diretto da JT Mollner, è un vero gioiello cinematografico per gli appassionati di thriller complessi e confusi. A metà tra un omaggio al cinema classico e un audace esperimento visivo, questo film capovolge le aspettative dello spettatore con una narrazione non lineare, interpretazioni magistrali e un’estetica visiva sorprendente. Ma cosa rende questo thriller così unico e avvincente? Fin dai primi minuti, Strano tesoro impone un tono e uno stile visivo che colpiscono immediatamente.
Un uomo insegue una donna per ragioni misteriose. Una giornata nella vita amorosa di un serial killer.
Il film si apre con una scena di inseguimento mozzafiato: una donna insanguinata, chiamata semplicemente La Signora (interpretata da Willa Fitzgerald), cerca disperatamente di sfuggire a un uomo minaccioso soprannominato Il demone (Kyle Gallner). A questo punto tutto sembra semplice. Tuttavia, questa apparente semplicità si rivela presto un’illusione. La struttura del film, divisa in sei capitoli presentati in ordine non cronologico, invita lo spettatore a ricomporre il puzzle. Questo approccio narrativo ricorda in particolare le opere di Tarantino Pulp Fictionma si inserisce anche in una tradizione di thriller psicologici che giocano su percezioni e aspettative.
Ogni capitolo rivela un nuovo pezzo del puzzle seminando dubbi su ciò che pensavamo fosse stato acquisito. Questo costante elemento di sorpresa è allo stesso tempo esilarante e destabilizzante, poiché il film non esita a manipolare il suo pubblico in rivelazioni esplosive. Uno dei punti forti di Strano tesoro sta nella sua splendida fotografia. Girato interamente in 35mm, il film si distingue per un’estetica granulosa e vibrante che conferisce a ogni immagine una profondità e un’intensità uniche. Giovanni Ribisi, conosciuto soprattutto come attore, si afferma qui come un talento eccezionale dietro la macchina da presa.
Le sue scelte di inquadratura e illuminazione trasformano ogni scena in un dipinto vivente, dove i colori vibranti contrastano brutalmente con la violenza onnipresente. I giochi di luce, spesso sfumati di neon rossi e blu, amplificano la tensione drammatica. Queste immagini, sia seducenti che opprimenti, rafforzano l’impatto emotivo delle scene più sorprendenti. Ribisi e Mollner sembrano provare evidente piacere nell’esplorare tutte le possibilità offerte da questo mezzo, moltiplicando effetti stilistici, come gli scatti diottrici divisi che ricordano Brian De Palma. Il successo di Strano tesoro si basa in gran parte sulle notevoli performance dei suoi due attori principali.
Willa Fitzgerald offre una performance mozzafiato in un ruolo impegnativo che richiede una perfetta padronanza dell’ambiguità. Lei incarna La Signora con un’intensità che affascina e destabilizza, giocando abilmente sulle sfumature del suo carattere. Da parte sua, Kyle Gallner, che si era già distinto per il suo ruolo in Il passeggeroè altrettanto impressionante nell’interpretare un antagonista misterioso e imprevedibile. Le interazioni tra questi due personaggi, alimentate da dialoghi potenti e silenzi significativi, costituiscono il cuore del film. Ognuno di loro gioca con le percezioni dello spettatore, confondendo costantemente il confine tra vittima e carnefice.
Questa dinamica alimenta una riflessione sui ruoli di genere e sulle relazioni di potere, temi che JT Mollner esplora con audacia e sottigliezza. Se l’estetica e la narrazione di Strano tesoro seducono, possono anche provocare un certo affaticamento nello spettatore. La narrazione frammentata, pur essendo accattivante, richiede un’attenzione costante e può far sembrare, a volte, come se il film si affidasse più allo stile che alla sostanza. Inoltre, la seconda metà del film, dove i misteri diventano più chiari, perde parte dell’energia frenetica che caratterizza l’inizio.
Sarebbe però ingiusto ridurlo Strano tesoro ad una semplice dimostrazione di stile. Il film sa premiare gli spettatori pazienti con momenti di pura tensione e colpi di scena inaspettati. Ogni rivelazione è costruita con cura e, nonostante le sue deviazioni narrative, il film non imbroglia mai. È un’opera che richiede di essere rivisitata per apprezzarne appieno la ricchezza. Ciò che distingue Strano tesoroè la sua capacità di appropriarsi dei codici del genere sovvertendoli. JT Mollner gioca con i cliché del thriller e le aspettative degli spettatori per creare un’esperienza cinematografica unica.
La struttura frammentata della trama non è solo un artificio: serve a decostruire i pregiudizi e costringere lo spettatore a mettere in discussione le proprie prime impressioni. Il film esplora anche temi inquietanti, tra cui le dinamiche di potere e la violenza insita nelle relazioni umane. Sebbene questi temi possano risultare scomodi, vengono affrontati con un’intelligenza e una sensibilità che evitano di cadere nella gratuità. Strano tesoro non è un thriller come gli altri. Con la sua estetica visiva abbagliante, le performance intense e la narrativa inquietante, si distingue come un’opera audace che non piacerà a tutti, ma che vale la pena scoprire.
Questo film dimostra che il cinema può ancora sorprendere e scuotere, giocando sia sulle emozioni che sull’intelletto. Per coloro che cercano un thriller intelligente che osa pensare fuori dagli schemi e che stimola tanto quanto destabilizza, Strano tesoro è una raccomandazione imperdibile. Ma attenzione: per trarne il massimo vantaggio è meglio partire con la mente aperta e con meno informazioni possibili. Ti aspetta un’esperienza unica, pronta a farti mettere in discussione tutto ciò che pensi di sapere.
Nota: 7/10. Insomma, un thriller audace che reinventa i codici del genere.
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